
Protesta vergognosa
Targa per Ramelli, lo squallore della sinistra. I collettivi del Molinari contro Valditara: “Fuori i fascisti”
A 50 anni dall'omicidio il ministro dell'Istruzione e la sottosegretaria Frassinetti depongono una targa nella scuola frequentata dal militante del Fdg con la scritta "studente ucciso per le sue idee"
Al grido di “Fuori i fascisti dalle scuole”, i militanti del Collettivo Cosmo, vicino al centro sociale Cantiere, hanno contestato la visita del ministro Giuseppe Valditara all’istituto Molinari di Milano dove studiava Sergio Ramelli, nel 50esimo anniversario della morte dopo il pestaggio a sangue da parte di un commando di Autonomia operaia il 13 marzo 1975. Una protesta vergognosa, quella dei nostalgici degli anni di piombo, contro l’affissione di una nuova targa in memoria di Ramelli. All’arrivo del ministro il presidio dei ‘bravi ragazzi’ dei collettivi ha sventolato cartelli con scritto ‘Molinari antifa’ e ‘Valditara la nostra scuola non è un palco’.
Ramelli, i collettivi del Molinari contro Valditara
Le contestazioni alla delegazione del ministero dell’Istruzione, presente la sottosegretaria Paola Frassinetti, una lunga militanza a destra e amica personale di Ramelli, non hanno impedito la deposizione di una nuova targa in memoria del militante del FdG. Affissa nella bliblioteca dell’istituto dove è maturato il clima di odio e di persecuzione quotidiana che ha portato all’agguato a colpi di chiave inglese sotto la sua abitazione. La targa recita “In ricordo di Sergio Ramelli, studente di questo istituto, ucciso per le sue idee il 29 aprile 1975″. “Ho voluto che questa giornata fosse trasformata in una giornata simbolica, di come si debba rispettare chiunque abbia delle idee anche diverse”, cosi Valditara spiegando la scelta di apporre una nuova targa in memoria di Sergio Ramelli. “Voglio ringraziare la scuola per avere accettato l’affissione di questa targa”.
Affissa una nuova targa all’istituto dove studiava il militante del Fdg
Ma per autonomi e antifà è una “cerimonia inopportuna”. Nel tentativo di infangare la memoria del giovane di destra massacrato per le sue idee (colpevole di aver scritto un tema contro le Br) esibiscono il solito repertorio di insulti pesantissimi nel segno dell’antifascismo militante. “Per fortuna non ci sono stati incidenti”, dichiara Frassinetti, promotrice dell’iniziativa è già contestata dai centri sociali due anni fa. “Ma i cori sono stati violenti e non accettabili nel 2025″, dice la sottosegretaria di FdI che spera in una memoria condivisa.”Porto i fiori anche a Tinelli”, aggiunge citando l’esponente di Leonkavallo ucciso nel 1978 insieme a Iaio Iannucci. Su Facebook Frassinetti, postando la foto della cerimonia, spiega: “Nella targa è scritto ‘per le sue idee’ affinché gli studenti, riflettendo sulle tragedie della violenza politica degli anni ‘70, comprendano la necessità che il confronto delle idee sia sempre immune da ogni forma di odio e di discriminazione”. Ma la strada sembra ancora lunga per una sinistra che non sa fare i conti con il passato.
La Russa: contestazioni inaccettabili
“Le contestazioni dei collettivi all’Istituto Molinari sono inaccettabili – commenta l’assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, Romano La Russa. “Oggi dovrebbe essere una giornata per ricordare non soltanto il povero Sergio, ma tutti quei ragazzi, di destra e di sinistra, che negli anni di Piombo rimasero sui marciapiedi, sulle strade, magari in una pozza di sangue. Quando un ragazzo combatte per un’idea, perché crede in quell’idea, è da onorare sempre e comunque, da qualsiasi parte sia schierato”. Le grida “fuori fascisti da scuola’ che hanno accolto il ministro Valditara – dichiara Grazia Di Maggio, deputata milanese di FdI – “ci fanno comprendere ancora di più quanto la narrazione della sinistra sia fuorviante e foriera di odio. La mia solidarietà al ministro Valditara ed un commosso pensiero alla famiglia di Sergio che rivive ogni volta l’infame violenza”.
Bignami: più infangano il suo nome, più saremo determinati
Anche il capogruppo di FdI alla Camera, Galeazzo Bignami, denuncia i tentativi di infangare la memoria del giovane di destra.”Non c’è pace per Sergio Ramelli. Proviamo vergogna per chi ancora si permette di capovolgere il libro dedicato alla sua memoria esposto in un negozio, o per chi trova opportuno opporsi a dedicargli una targa in una scuola. Più provano a infangare il suo nome e a nascondere la sua storia, più ricorderemo con determinazione l’infame violenza che ha portato al massacro di uno studente che osò sfidare il male delle Brigate Rosse in un tema a scuola, e per questo ucciso senza pietà sotto casa sua, a colpi di chiave inglese”.