
Il vicepremier
Governo in affanno? Salvini smonta le fake: «Compatti in politica estera e interna. Arriveremo al 2032»
Il vicepremier sgombra il campo dalle illazioni sulle presunte divisioni nel governo e chiarisce: «Sull'Ucraina non servono le tifoserie a prescindere, ma calma e razionalità»
«Il governo è assolutamente compatto in politica estera e interna, checché ne scrivano i giornali». È stato direttamente Matteo Salvini a mettere a tacere le illazioni, che talvolta assumono i connotati della speranza, intorno alle presunte divisioni e tensioni in seno al governo che sarebbero alimentate dalla Lega. «Arriviamo al 2027 e poi, se gli italiani lo vorranno, al 2032», ha aggiunto il vicepremier, intervenendo alla nona edizione del convegno Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry a Milano.
Salvini: «Il governo è assolutamente compatto in politica estera e interna»
Salvini è entrato nel merito della questione Ucraina, ricalcando le posizioni già espresse dal premier Giorgia Meloni sul metodo richiesto dalla delicata fase in atto. «È un momento in cui occorre calma, occorre ragionare, non servono le tifoserie a prescindere, “ma tu stai con tizio o con caio?”, “ha ragione Trump o Zelensky?”, “chi era più arrogante e chi in torto?”». Poi ha spiegato la sua posizione rispetto alle trattative in corso. La «voglia di chiudere il conflitto tra Russia e Ucraina», ha detto, parte da una «oggettività militare», ovvero che «dopo tre anni, mezzo milione di morti e miliardi investiti in armi, nessuno vince sul campo, c’è stallo. Anzi, se qualcuno sta avanzando negli ultimi mesi, non è l’Ucraina aggredita». Salvini ha voluto rimarcare con forza di avere molto «chiara la distinzione tra aggredire e aggredito», aggiungendo poi che «prima arriveranno al tavolo Putin e Zelensky e meglio è, e non perché Salvini sta con Putin o con Trump, ma perché conviene ai ragazzi ucraini massacrati. Altrimenti possiamo decidere che è meglio che vadano al macello per altri tre anni. Prima c’è una trattativa è meglio è».
Il no alle tifoserie sull’Ucraina e il focus sull’interesse nazionale
Il faro è «l’interesse del mio Paese. Se mi dicono “per te prevale l’interesse europeo o quello nazionale”, qualora i due non coincidessero, per me viene prima l’interesse italiano», ha detto poi Salvini, osservando che «a Bruxelles probabilmente qualcuno non ha capito il cambio di paradigma che di ora in ora muta». «Io penso che l’Italia – ha aggiunto – sia in una posizione che le può permettere di dialogare» con gli Stati Uniti. «Io penso che un contenzioso aperto ci sia con i tedeschi, ma noi non siamo l’obiettivo di Trump. Se l’ottica di Trump è ridurre il disavanzo commerciale, non penso che mettere dazi su prodotti Italo-americani vada in questa direzione». Per Salvini «l’opportunità del b2b con Washington oggi l’Italia ce l’ha. Se questa empatia, questa canale diretto e questa consonanza di interessi che oggi c’è tra Roma e Washington ci fosse tra Parigi o Berlino e Washington, Macron e Scholz – si è chiesto – penserebbero all’interesse europeo o a salvaguardare le aziende del loro Paese?».
Le perplessità sul piano di riarmo e sull’esercito europeo
Infine un passaggio sul piano per il riarmo europeo annunciato da Ursula von der Leyen, rispetto al quale il segretario della Lega non ha nascosto le sue perplessità. «È la via maestra per sostenere e lasciare ai nostri figli un continente in pace? Ragioniamoci profondamente», ha detto, spiegando che rispetto a un «presunto esercito comune europeo», io «mi tengo stretta la Marina militare italiana». «Già hanno fatto l’esperimento di una moneta senza Stato, l’esercito senza Stato chi lo comanda? Chi decide?», si è chiesto Salvini, osservando che «oggi un presunto esercito comune europeo se si votasse a maggioranza probabilmente partirebbe per l’Ucraina. È il nostro interesse? Lascio delle domande io ho le mie risposte».