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Ergastolo a chi uccide una donna: la svolta epocale del governo contro i femminicidi

8 marzo

Ergastolo a chi uccide una donna: la svolta epocale del governo contro i femminicidi

Politica - di Valter Delle Donne - 7 Marzo 2025 alle 19:38

Si può andare oltre le panchine e le scarpette rosse. Si può andare oltre gli slogan e i gesti simbolici contro la violenza sulle donne. Nell’occasione, il governo Meloni lo ha dimostrato plasticamente. Alla vigilia dell’8 marzo, arriva la «svolta epocale», per dirla con il Guardasigilli Carlo Nordio. E la risposta sta nel testo del disegno di legge che rende il femminicidio reato autonomo. Una norma che smonta definitivamente la narrazione che vuole il governo di destra, distratto sulle questioni femminili e vittima dello stracitato (dalla sinistra) “patriarcato”.

«Chiunque cagiona la morte di una  donna – si legge nel testo del ddl approvato dal Cdm – quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo».

«Oggi il governo compie un altro passo avanti nell’azione di sistema che sta portando avanti fin dal suo insediamento per contrastare la violenza nei confronti delle donne e per tutelare le vittime», rivendica Giorgia Meloni. «Il Consiglio dei ministri – prosegue la premier – ha varato un decreto-legge estremamente significativo, che introduce nel nostro ordinamento il delitto di femminicidio come reato autonomo, sanzionandolo con l’ergastolo, e prevede aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Norme che considero molto importanti e che abbiamo fortemente voluto per dare una sferzata nella lotta a questa intollerabile piaga. Ringrazio i Ministri che hanno lavorato al provvedimento e che ci hanno permesso di raggiungere, alla vigilia della Festa della Donna, questo importante risultato».

Roccella: un mutamento culturale sui femminicidi

Il ministro per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Maria Roccella spiega che si tratta di un «mutamento culturale» perché con il ddl approvato dal Consiglio dei ministri in prossimità della festa della donna, il femminicidio «diventa un reato autonomo».

Sin dall’inizio del suo mandato, aggiunge Roccella, il governo è intervenuto per contrastare la violenza nei confronti delle donne: «Abbiamo fatto un primo intervento legislativo che aveva degli elementi anche molto innovativi come l’arresto in flagranza differita», puntando «proprio sulle misure cautelari, quindi, sugli strumenti della prevenzione», ma «i femminicidi sono diminuiti solo in misura molto lieve e, quindi, abbiamo ritenuto fosse il caso di intervenire nuovamente», ha sottolineato. Femminicidio, ha rimarcato Roccella, «è una parola che usiamo abitualmente e che c’è, per esempio, nella titolazione della Commissione bicamerale, la possiamo leggere nelle sentenze. Ma fino ad ora non era mai entrata nel codice penale».

Parla di una svolta epocale anche il ministro di Giustizia Carlo Nordio riferendosi alla «fattispecie autonoma», aggiungendo che una «novità importante è l’attenzione riservata a vittima o parenti». E questo «da un lato esime da una serie di problematiche tecniche ma costituisce anche una forma di manifestazione potente di attenzione a questa problematica emersa negli ultimi anni in maniera così dolorosa che ha avuto un riconoscimento penale di prima levatura». Mentre il ministro delle Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati, aggiunge che la decisione si è resa necessaria per «fermare la mattanza».

Anche Pd, M5s e Avs costretti a plaudire

Anche l’opposizione è costretta a plaudire all’iniziativa del governo. Ma «le basi di questo ddl le abbiamo gettate noi del M5S con il Codice Rosso. Ci riserviamo di vedere il testo del disegno di legge, ma dalle anticipazioni sembra che ci sia stata la presa d’atto di un problema reale che va aggredito con decisione», dicono le rappresentanti della commissione contro il femminicidio. Mentre il Pd è costretto a riconoscere che il ddl «pare andare nella direzione da noi molte volte invocata e potrebbe dunque essere un utile passo avanti».

Il governo Meloni vara quindi una stretta mai vista sui reati, legati alla violenza di genere. Previste aggravanti e aumenti di pena per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, violenza sessuale e stalking, quando il reato è motivato da odio o discriminazione di genere. Nel testo viene ampliato il diritto della vittima a essere informata sul procedimento e sulla richiesta di patteggiamento dell’imputato. Viene, inoltre, introdotta una maggiore tutela delle vittime nei procedimenti per femminicidio, tentato femminicidio e altri reati di violenza di genere.

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  1. Giacomo ha detto:

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di Valter Delle Donne - 7 Marzo 2025