
La petizione russa
Amici di Maria (Zakharova) sbugiardati: le firme della petizione contro Mattarella sono da nomi barzelletta
La petizione russa, ma non dorme sonni tranquilli. Almeno a giudicare dai nomi dei presunti firmatari. Da Ciolanka Sbilenka” a Vagina Quasinova per tacere di Galina Kocilova. Sono nomi simil-russi dalle antiche barzellette-indovinello in voga alle scuole elementari di un trentennio fa ma che figurano nell’elenco di firme sulla petizione pro-Mosca per prendere le distanze dalle parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sull’invasione dell’Ucraina.
🎙️Maria Zakharova:
Il 22 febbraio, Vincenzo Lorusso, giornalista per l’agenzia di stampa International Reporters, ha consegnato le prime 10.000 firme, giunte dai suoi connazionali a sostegno della petizione che condanna le dichiarazioni di Sergio Mattarella. pic.twitter.com/wSj6etTtFV— Russian Embassy in Italy (@rusembitaly) February 23, 2025
Ecco perché le fantomatiche “diecimila firme” che sono state consegnate da Vincenzo Lorusso, giornalista per l’agenzia di stampa International Reporters, alla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova sono destinate a diventare un clamoroso autogol per la propaganda filorussa.
Il giornalista filorusso e la petizione fake contro Mattarella
Probabile che, per aumentare il numero delle firme, un ‘bot‘ abbia generato nomi di fantasia attingendo anche alla cultura popolare con “Ciolanka Sbilenka, Vagina Quasinova e Galina Kocilova”. Il promotore della petizione online aveva disabilitato la possibilità di leggere l’elenco dei firmatari, ma tra ‘screenshot’ e ‘copie cache’ facilmente rintracciabili i nomi di fantasia sono fatalmente rimbalzati sui social con commenti divertiti degli utenti che sbeffeggiano la petizione.
La portavoce del ministero degli Esteri russa, Maria Zakharova aveva anche cantato Bella Ciao per festeggiare la consegna della petizione contro Mattarella. Aveva scelto di intonare maldestramente l’inno partigiano comunista, tanto caro a Mosca e alla vecchia Unione sovietica. L’operazione di disinformazione dei tempi del mitico Kgb sovietico non ha quindi perso colpi. Non è un caso che Vladimir Putin provenga proprio dalle fila dell’intelligence dell’Urss. Disinformare e spiazzare i nemici con ogni mezzo: anche con delle firme false anche a costo di risultare involontariamente ridicoli. Come in questo caso.