Il Nobel per la letteratura “taroccato”, chi doveva vincerlo nel 1974. Declassificati i verbali dopo 50 anni

10 Gen 2025 15:05 - di Angelica Orlandi

Nel 1974 il Premio Nobel per la Letteratura fu assegnato a due scrittori svedesi scarsamente tradotti all’estero: Harry Martinson (1904-1978) e Eyvind Johnson (1900-1976), entrambi membri dell’Accademia Reale Svedese. La stessa che assegna il prestigioso riconoscimento internazionale. La doppia scelta, fin dall’annuncio, provocò accese polemiche, pesantemente criticata dalla stampa svedese, che la definì “una ricaduta nel nazionalismo e nel provincialismo” e “una decisione catastrofica”.

A 50 anni di distanza, i documenti delle riunioni in cui l’Accademia Svedese prese la contestata decisione sono stati desecretati questa settimana. Lo riferiscono articoli apparsi sulla stampa di Stoccolma, a partire dal quotidiano “Dagens Nyheter”. Andò così: L’Accademia Svedese era notevolmente decimata quando prese le decisioni sui vincitori del Premio Nobel nel settembre e ottobre 1974. Alla riunione – ricostruisce l’Adnkronos -potevano partecipare al massimo 13 membri su 18; tre erano deceduti durante l’anno e non erano ancora stati sostituiti, compreso il Nobel Pär Lagerkvist. Inoltre, i due candidati al premio, Johnson e Martinson non potevano partecipare alla votazione. Alla votazione finale del 3 ottobre, quando il verdetto fu confermato, secondo i verbali erano presenti 11 membri. Questo probabilmente non aveva molta importanza, poiché già all’inizio del 1974 era chiaro che la maggioranza dell’Accademia era favorevole a un premio condiviso per Martinson e Johnson. In subordine gli accademici valutarono un premio condiviso per Nadine Gordimer e Doris Lessing. Come terza alternativa, Saul Bellow fu proposto da solo o insieme a Norman Mailer, e come quarta ipotesi Eugenio Montale: il poeta ottenne poi il Nobel l’anno dopo, nel 1975. Alla votazione finale solo Artur Lundkvist ritenne che Gordimer e Lessing dovessero ricevere il premio, cosa che avvenne, ma, rispettivamente, solo nel 1991 e nel 2007.

Negli anni precedenti l’Accademia Svedese discusse più volte sull’opportunità di una coppia di vincitori svedesi. Ma nel 1973, il presidente del comitato che vagliava le candidature, Karl Ragnar Gierow, aprì la strada sostenendo con forza che un futuro Nobel svedese era possibile. Gli allora tre candidati svedesi – Harry Martinson, Eyvind Johnson e Vilhelm Moberg (che morì lo stesso anno) – erano tutti meritevoli, secondo Gierow. Che scrisse che artisticamente “tenevano testa” ai candidati finali del 1973, poi conferito allo scrittore australiano Patrick White. “Non discutere mai seriamente di loro significherebbe escludere qualsiasi idea di un premio Nobel svedese nel prossimo futuro”, sostenne Gierow.

Dai verbali risulta che solo Lundkvist si oppose al Nobel a Johnson e Martinson sottolineando l’inopprtunità di un doppio premio a due svedesi peraltro accademici. Nei verbali che l’Accademia ha reso pubblici dopo mezzo secolo non emergono altre critiche interne. Gierow condivise le preoccupazioni di “incorrere in aspre critiche straniere”; “ma è certo” che la decisione dell’Accademia non poteva essere “determinata da presunti commenti esterni”. All’ultima riunione dell’ottobre 1974 il premio condiviso ai due autori svedesi fu proposto dall’accademico Johannes Edfelt e approvato. Harry Martinson ricevette il Premio Nobel “per una scrittura che cattura la goccia di rugiada e riflette il cosmo”; Eyvind Johnson “per un’arte narrativa che al servizio della libertà indaga terre e tempi”. Martinson si tolse la vita nel 1978 a causa del duro trattamento riservatogli da una parte della stampa svedese dopo l’assegnazione del Premio Nobel che lo subissò di critiche.

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