
Delmastro: “Sulla riforma della magistratura fanno il processo alle intenzioni come in Unione Sovietica”
Nel dibattito sulla riforma costituzionale per separare le carriere dei magistrati “si sta facendo un processo alle intenzioni. Pensavo si fosse estinto con l’Unione sovietica, ma forse mi sbagliavo”. Così, in una intervista a La Stampa, il viceministro della Giustizia Andrea Delmastro, rispondendo alle parole di Giuseppe Santalucia.
Lunedì 13 gennaio il presidente dell’Associazione nazionale magistrati metteva in guardia dall’obiettivo nascosto della riforma: indebolire il potere giudiziario e assoggettare le procure alla volontà del governo di turno. “Ma Santalucia – dice Delmastro nell’intervista rilasciata a Federico Capurso – non riesce a spiegare perché prevedere due Consigli superiori della magistratura, uno per i pm e uno per i giudici, dimezzerebbe le loro garanzie di autonomia e di indipendenza”. “Sfido i magistrati – ha aggiunto l’esponente di Fratelli d’Italia – a trovare una qualunque altra categoria di lavoratori che si lamenti del raddoppio dei propri organi rappresentativi. Noi li stiamo rafforzando e al tempo stesso garantiamo la terzietà del giudice nel processo, perché per noi il magistrato, quando giudica, non può aver giocato nella stessa squadra di chi invece accusa”.
Delmastro: “Vorrei la figura dell’avvocato nella Costituzione”
La Stampa osserva che si evitano influenze tra magistrati, ma gli avvocati continueranno a essere rappresentati nei consigli giudiziari e nei consigli superiori: “La loro presenza – spiega il sottosegretario – è a volte temperata escludendoli al momento del voto. Ma così come è sbagliato pensare che un pm sia un manettaro, è altrettanto orribile pensare che l’avvocato sia lì solo per essere d’intralcio alla giurisdizione. Anzi – aggiunge -, in questa legislatura vorrei una riforma che introduca la figura dell’avvocato nella Costituzione. È una battaglia storica della categoria e sono convinto godrà di consensi trasversali in Parlamento”.
“Il sorteggio del Csm debellerà le correnti”
“Non hanno il coraggio di confessare che il vero punto critico della riforma, per loro, è il sorteggio dei componenti del Csm. Perché debellerà la degenerazione delle correnti che tanto male ha fatto all’onorabilità sociale della magistratura e che spesso, di recente, ha costituito l’humus per la mercificazione dei posti direttivi e delle carriere. Il sorteggio è la soluzione migliore o, come si dice per la democrazia, la meno imperfetta. Nel Csm ci saranno giudici liberi di iscriversi o non iscriversi a una corrente e avranno la possibilità di lavorare senza condizionamenti. Qualunque riforma, poi, deve fare i conti con le debolezze degli esseri umani”.