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Ascolto del territorio e tavoli tecnici: il “modello Caivano” per le altre aree degradate è già operativo

Politica - di Eleonora Guerra - 16 Gennaio 2025 - AGGIORNATO 17 Gennaio 2025 alle 09:34

Due riunioni in due giorni e i tavoli tecnici già in agenda per la prossima settimana. È una scaletta molto serrata quella che il governo si è per l’attuazione del Piano straordinario di riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate varato dal Cdm a fine dicembre e costruito sul “modello Caivano”. Nel Piano sono stati individuati sette tra periferie e Comuni su cui concentrare gli interventi. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che vi sovrintende, ha incontrato tra ieri e oggi i rappresentanti di tutti i territori interessati: sindaci, prefetti, rappresentanti delle Regioni. Oltre a Mantovano, alle riunioni hanno partecipato, tra gli altri, il Commissario straordinario, Fabio Ciciliano, il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, i vertici di Sport e Salute e Invitalia.

Le periferie e i Comuni interessati dal “modello Caivano”

Le sette aree ad «alta vulnerabilità sociale» al centro del Piano sono i quartieri Alessandrino-Quarticciolo di Roma, Scampia-Secondigliano di Napoli, Borgonuovo di Palermo, San Cristoforo di Catania e i Comuni di Rozzano, in provincia di Milano, di Orta Nova, in provincia di Foggia, e di Rosarno e San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria.

Il metodo della collaborazione istituzionale

Questi incontri rappresentano la fase preliminare di ascolto delle proposte dei territori, per giungere poi alla sintesi e alla concretizzazione degli interventi. Si tratta di un passaggio che conferma l’approccio di collaborazione interistituzionale adottato dal governo come metodo e riconosciuto in più occasioni e su diversi temi anche dai sindaci Pd, dal primo cittadino di Roma Roberto Gualtieri, sull’impegno per il Giubileo, a quello di Napoli Gaetano Manfredi, sugli interventi per il ripristino della legalità alle Vele di Scampia, solo per fare gli esempi più recenti.

Mantovano: «Il modello Caivano ha funzionato, estenderlo era l’intenzione fin dall’inizio»

«Il modello Caivano ha funzionato: per questo abbiamo deciso di esportarlo anche per altre realtà. Alla base, però, c’è un lavoro collettivo che prevede una grande sinergia istituzionale: altrimenti tutto questo non sarebbe possibile», ha chiarito lo stesso Mantovano all’indomani dell’approvazione del Piano che estende il modello Caivano a livello nazionale, ricordando che «questa era l’intenzione sin dall’inizio: già nel momento in cui, era il 31 agosto 2023, Giorgia Meloni venne a Caivano raccogliendo l’appello di don Maurizio Patriciello dopo la violenza contro due ragazzine». «Da subito, appena ideato il progetto – ha spiegato Mantovano – abbiamo pensato di allargarlo ad altre situazioni di degrado su cui intervenire. E man mano che si andava avanti per parco Verde, è venuto naturale che si potesse esportare quel modulo operativo su altre realtà disagiate del Paese, pur rispettando le specificità degli altri territori».

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di Eleonora Guerra - 16 Gennaio 2025