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Conte Grillo

Conte fa lo spaccone, Grillo medita vendetta: le 3 mosse in canna del fondatore disarcionato

Politica - di Chiara Volpi - 9 Dicembre 2024 - AGGIORNATO 10 Dicembre 2024 alle 14:04

Passata la paura del quorum del “ri-voto” e la sbornia da rifondazione lanciata con squilli di tromba e rulli di tamburo, Conte si lascia andare a dichiarazioni da spaccone (ma nulla a che vedere con il Paul Newman a cui la definizione rimanda)… Già, perché l’avvocato rimasto senza popolo elettorale, si bea dei risultati della consultazione bis e alza i toni della polemica con Grillo, aizzando la rissa fratricida in corso, culminata nel parricidio di Grillo, ormai ufficialmente sbattuto fuori… Ops: “defenestrato”, perché questo è il termine utilizzato dall’avvocato che si è impossessato del M5S anche disarcionando con l’aiuto dei suoi fedelissimi il fondatore e garante della prima (ma non ultima) ora.

Conte si bea dei risultati della ri-votazione e fa lo spaccone. Ma Grillo medita vendetta

«Nova è il nostro momento rifondativo, per noi una data importante che rimarrà nel Movimento 5 stelle: 23 e 24 novembre. Possiamo essere orgogliosi di appartenere a una forza politica che definisce un nuovo orizzonte con la democrazia partecipativa», si esalta Conte una volta scampato il pericolo (se mai ce ne fosse uno in vista), e che in una diretta sulla sua pagina Facebook, naufragato il tentativo di arrembaggio al campo largo, ma inebriato dai sogni di gloria tutta interna al Movimento confermati dal referendum pentastellato, tra postura istituzionale e onore al merito condiviso, rilancia: «Ogni iscritto può dire di aver definito il percorso e le battaglie del Movimento 5 stelle. Nessun’altra forza politica può vantare grande convergenza democratica. In un momento di sfiducia nell’ultimo mese abbiamo avuto 8mila nuove iscrizioni – aggiunge anche –, cittadini che hanno capito che nel Movimento si può incidere. Noi siamo una comunità che non ha tagliato le antiche radici che hanno dato nuovi e buoni frutti».

E tra enfasi e scampata paura Conte rilancia: «Orgogliosi di appartenere a forza politica che definisce nuovo orizzonte»

Un raccolto su cui ora si dovranno innestare nuove istanze e ultime emergenze, ma che dovrà fare con il terreno su cu si innestano. E, soprattutto, con la risposta di Grillo alla cacciata a furor di popolo ex grillino, di cui il padre nobile del Movimento non potrà non tenere conto (al netto delle reazioni legali che ha in mente di allestire). Una minaccia, quella insista nella reazione di Grillo, non solo giuridica, ma anche politica. Se è vero che, come anticipa il Corriere della sera, «il fondatore si è confrontato anche ieri con il suo entourage e — secondo quanto filtra dalle indiscrezioni — sarebbe pronto per un blitz a Roma. Per muovere i prossimi passi. “Adesso mi ripendo il simbolo”, ha ripetuto nei giorni scorsi. E nella capitale potrebbe tessere le fila del ricorso legale».

Ma la rissa continua, Conte esulta, ma Grillo non si dà per vinto: le mosse in canna

Nel frattempo, l’ex comico raduna le truppe di movimentisti anti- Conte. La controffensiva, infatti, giocherà su più fronti. Anzi, come scrive il Corsera, su più «livelli: comunicativo, legale e politico». Insomma, guai a dare per vinto Grillo che, a quanto si sussurra dietro le quinte della sconfitta, non avrebbe nessuna intenzione di mollare la presa. Perché, il punto è «far capire ai nostri elettori che quello di Conte non è il Movimento che hanno sostenuto fino al 2022». Poi sarà la volta del redde rationem legale, in virtù del quale Grillo potrà scegliere se, come ipotizza il Corriere, «dare battaglia — appunto — sulla proprietà del simbolo o se tentare la via dell’azzeramento della votazione che ha incoronato Conte leader nel 2022. Le due cause tecnicamente potrebbero seguire percorsi paralleli. Anzi, la seconda potrebbe anche non vedere il fondatore impegnato in prima persona».

I vari livelli d’azione della controffensiva grillina: comunicativo, legale e politico

Infine, forse il vero punto politico nevralgico dell’intera, controversa faccenda, è quello che il Corriere definisce «il terzo pilastro della controffensiva»: una controffensiva dei movimentisti con la costruzione di liste elettorali ispirate da Grillo per comuni e Regioni al fine di togliere voti al partito di Conte e proporre agli elettori un “ritorno alle origini”. Insomma: difficilmente però Grillo si darà per vinto, più probabile una guerriglia continua fatta di prese di posizione e commenti ironici da accludere alla battaglia sul fronte legale, sulla proprietà del simbolo o sulla legittimità delle votazioni che hanno incoronato Conte leader nel 2022. Insomma: difficilmente Grillo si darà per vinto: più probabile una guerriglia continua fatta di prese di posizione e commenti ironici da accludere alla battaglia sul fronte legale, sulla proprietà del simbolo, o sulla legittimità delle votazioni che hanno incoronato Conte leader nel 2022.

Conte ostenta sicurezza, ma Grillo trama nelle retrovie e…

Nel frattempo, però, mentre Grillo arrota gli artigli, Conte gongola. E in una diretta sulla sua pagina Facebook in cui ragiona sulle possibili azioni legali che potrebbero arrivare dal padre nobile del Movimento, prima intima: «Chi si azzarderà a intralciare l’azione politica” del Movimento 5 stelle “troverà una barriera solida. Questa comunità ha tanti avversari esterni, non può prestare il fianco anche a quelli interni». Poi ostenta una sicurezza tutta da dimostrare: «Non vedo le ragioni politiche che possano motivare una scissione». Quindi decreta: «Sarebbe stato bello avere un Grillo partecipe e pienamente coinvolto nel Movimento 5 stelle ma purtroppo si è messo ai margini». Di più, si potrebbe dire: si è messo di traverso. E ora mettersi di punta, per Conte, potrebbe non essere sufficiente. Ai tribunali, agli iscritti e ai movimentisti dissidenti, l’ardua sentenza…

 

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