Stellantis, FdI: “Repubblica grottesca, invoca un super bonus per l’azienda. Con quale faccia tosta”
Dallo sgarbo istituzionale al Parlamento si Stellantis alla proposta “indecente” di Repubblica. Il quotidiano in un articolo invoca aiuta statali per l’azienda degli Elkann “senza impegno”. Potrebbe non stupire l’idea del quotidiano in favore della famiglia che controlla il quotidiano. Ma la faccia tosta stupisce sempre e a rispondere per le rime è Fratelli d’Italia. Che fa delle puntualizzazioni.
L’articolo a cui si fa riferimento è irricevibile. “Dopo anni di imbarazzanti silenzi sul disimpegno del gruppo Fiat, prima, e di Stellantis, poi, dall’Italia, La Repubblica oggi pubblica un articolo a dir poco grottesco”. Sono le parole del senatore Luca De Carlo, presidente della commissione Industria. “Secondo loro il calo dell’automotive in Italia non sarebbe responsabilità del suo editore; ma piuttosto del governo Meloni e dello Stato italiano, che non riempiono di soldi Stellantis anche quando riduce produzione e occupazione. Insomma, La Repubblica, di proprietà degli Elkann, invoca un super bonus Stellantis: miliardi pubblici concessi gratuitamente e senza impegno”.
Stellantis, FdI contro Repubblica
“Ci vuole davvero una gran bella faccia tosta a incolpare il governo della crisi dell’automotive in Italia”, mette il carico da undici il capogruppo al Senato Lucio Malan: “È quella de La Repubblica, di proprietà di John Elkann e quindi di Stellantis. Che in un articolo incolpa il governo di aver tagliato i fondi per l’auto, essendo così venuto meno al suo impegno di sostenere il settore nel suo periodo più difficile”. Nulla di più falso, spiega. Perché il governo Meloni dall’inizio del suo insediamento, attraverso l’impegno del ministro Urso, ha posto tra le priorità proprio la tutela della produzione e dei livelli occupazionali del settore auto. Quello che finora Stellantis non ha garantito. Eppure vorrebbe comunque continuare a percepire sovvenzioni e sostegni”.
“Se la situazione non fosse già assurda, si aggiunga il rifiuto dello stesso Elkann a essere audito in Parlamento”. Uno “schiaffo” all’ Italia e alle sue istituzioni veramente indigeribile. “Un disprezzo per le istituzioni – ripete Malan- alle quali però continua a chiedere aiuti e risorse. Ma evidentemente questo a La Repubblica non interessa: meglio continuare ad attaccare il governo, coprendo le responsabilità del proprio editore”, conclude il capogruppo al Senato.