CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Sgarbi assolto

Definì la giudice che indagava su di lui “povera disperata”: Sgarbi assolto dall’accusa di diffamazione

Cronaca - di Redazione - 29 Ottobre 2024 - AGGIORNATO 30 Ottobre 2024 alle 13:22

Dopo essere stato assolto dal gup del Tribunale di Roma per l’acquisto all’asta del quadro dell’artista Zecchin, Vittorio Sgarbi lo è stato anche dal giudice dell’udienza preliminare di Perugia dall’accusa di diffamazione. Lo riferisce il suo difensore, l’avvocato Giampaolo Cicconi.

Sgarbi era imputato di diffamazione aggravata ai danni di Laura Condemi, pm del tribunale di Roma, la quale aveva, inizialmente, seguito l’indagine sui cosiddetti “Falsi De Dominicis”.

Oggi il giudice del tribunale perugino – spiega l’avvocato Cicconi – ha emesso sentenza di non doversi procedere, in quanto l’azione penale non doveva essere proseguita per insindacabilità delle frasi pronunciate dall’onorevole Sgarbi.

La giudice Condemi aveva chiesto un processo per il critico d’arte e deputato, accusato di aver certificato come autentici alcuni lavori riconducibili all’artista Gino de Dominicis, pittore e scultore di origini marchigiane morto nel 1998, considerati falsi dal Nucleo tutela patrimonio artistico dei Carabinieri.

Vittorio Sgarbi assolto per le frasi contro la giudice Condemi

Sgarbi è finito nell’inchiesta, che nel novembre 2018 portò anche all’arresto di due persone, nel suo ruolo di presidente della Fondazione Archivio Gino De Dominicis di Roma e su disposizione del gip sono state anche sequestrate oltre 250 opere considerate contraffatte, per un valore di oltre 30 milioni di euro.

Accuse sempre respinte dal critico d’arte, che proprio tre anni fa, in due interviste, andò però oltre, sostenendo che “mai il Nucleo di tutela del patrimonio artistico dei Carabinieri era arrivato più in basso, mettendo l’ignoranza al servizio della cecità e della mancanza di giudizio di un magistrato, tale Laura Condemi”. Il deputato definì l’indagine “irresponsabile e criminale” e la pm una “povera disperata”.

Dichiarazioni che hanno portato la Procura di Perugia a indagare Sgarbi per diffamazione. La difesa del deputato, battendo sull’insindacabilità delle affermazioni fatte dal parlamentare, ha sostenuto che quelle interviste si inserivano nell’ambito del dibattito sulla ragionevole durata del processo penale e le prospettive di riforma, per cui era stato audito dalle Commissioni riunite affari costituzionali e giustizia il professor Giovanni Canzio, presidente emerito della Corte di Cassazione.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Redazione - 29 Ottobre 2024