Tutta colpa di Sangiuliano se gli italiani non vanno al cinema: l’ultima demenziale tesi di Dagospia
La crisi settembrina degli incassi del cinema è colpa di Sangiuliano. Avete capito bene: non dipende dalla concorrenza di Netflix e delle altre piattaforme, non dipende da un rito collettivo che tra gli italiani si va perdendo. Non è causata dalla programmazione nelle sale di tante pellicole inguardabili, “girate in due camere e cucina”. Non è colpa di una narrazione che impone gli stessi temi triti e ritriti e quasi sempre politicamente iper corretti e allineati a una sola visione del mondo. Nè dalla stagione che non è mai stata foriera di grandi incassi per le sale.
No, cari signori, Dagospia ha individuato il responsabile: è una oscura manovra del governo Meloni e dell’ormai ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che avrebbe addirittura scatenato tra gli italiani l’odio per le sale cinematografiche. La tesi delirante è stata esplicitata in queste ore da Marco Giusti, critico cinematografico tra i più noti, già autore della trasmissione cult Blob.
“Sangiuliano ha scatenato l’odio per il cinema”
Giusti lamenta che gli incassi vanno “maluccio” commentando la classifica che vede in testa l’ultimo film di Tim Burton, seguito dal cartoon Cattivissimo me 4 e da un horror Usa, remake di un film danese. Registrando gli incassi deficitari delle sale italiane, il giornalista e critico cinematografico pronuncia la sua sentenza: «In realtà i film ci sarebbero, ma non c’è alcun tipo di comunicazione, né di attrattiva per andarli a vedere. L’odio scatenato da Sangiuliano & Co per il cinema, visto come macchina per dare soldi ai fighetti di sinistra ha completato l’opera. Altro che complotto contro di lui. Così non andiamo da nessuna parte».
Ora provate a immaginare la scena così come la teorizza Marco Giusti. Sabato mattina, lui e lei nel salotto di casa. “Cara, stasera andiamo al cinema?” E l’altra che risponde categorica: “No, tesoro perché Sangiuliano ha detto che è meglio di no, sennò diamo i soldi ai fighetti di sinistra”. Dalla commedia all’italiana alla fantascienza è un attimo.
Non si capacita Marco Giusti del disastro, ad esempio, del “lesbothriller-lesbomilitante con culturista “Love Lies Bleeding”di Rose Glass con Kristin Stewart e Katy O’Brian”, che è dodicesimo con 10 mila euro, 1.598 spettatori e un totale di 20 mila euro in due giorni. Giusti non capisce come mai appena 539 spettatori siano andati a vedere “Anywhere Anytime”, film sociale con immigrati in bicicletta per Torino diretto da Milad Tangshir con Ibrahima Sambou, ma tutto prodotto e girato in Italia, presentato anche a Venezia. Se ha tempo e modo glielo spieghiamo noi, ricordandogli che il film italiano più importante degli ultimi anni, C’è ancora domani di Paola Cortellesi era stato bocciato e definito di “scarso valore” dalla commissione ministeriale dell’allora ministro Franceschini.
La demenziale tesi di Marco Giusti
Per replicare a Giusti, a questo punto, il vero cinefilo potrebbe attingere a una frase di un film di Carlo Lizzani o di Citto Maselli, di Liliana Cavani o dei fratelli Taviani. Ma possono bastare i fratelli Vanzina. Un ragionamento così profondo merita infatti una controreplica all’altezza. Come quella pronunciata da Riccardo Garrone in Vacanze di Natale, che nel corso di una riunione conviviale, sentenzia, riferendosi alla amata consorte: “Levateje er vino”.
E anni che non si va al cinema..primo perche e molto caro..secondo col covid anche no..poi a casa abbiamo tutti qualche abbonamento o piu ..che gia paghiamo e possiamo vedere quello che vogliamo..e il cinema e l ultima cosa che ti viene in mente..ma da decenni ormai..pero perché non dare colpa a questo governo cosa piu cosa meno..mah..siete sempre i soliti
Ma questi nn sanno più dove arrampicarsi
Io nn vado al cinema perché attualmente ci sono film…discustosi…che nn mi fanno rilassare o commuovere
Solo film di becera politica, di guerra o di terrore
Gli italiani nion vanno al cinema perché il cinema italiano sforna un mare di stupide commediole politiche che non interessano a nessuno. Il cinema italiano è morto.
Bene ha fatto Sangiugliano, in un barlume di lucidità, a togliere i finanziamenti. Il personale del cinema è in gran parte perecario, perciò nessun danno per l’occupazione.
Quando si è stupidi, si è stupidi. Ed ogni occasione invece di tacere si dimostra sempre iù la propria stupidità.
In cinema italiano è in crisi da almeno dieci anni, da quando il politicamente corretto è entrato nelle menti distorte di certi autori, i quali non riescono ad imbastire una storia che sia una. Basterebbe guardare il cinema italiano del passato anche recente per vedere vivacità di idee, di protagonisti, di interpreti, di un cinema bello e/o divertente.
Le sale dei cinema, beh anche queste… si avranno poltrone più comode, ma certe sale è come vedere il cinema nel proprio salotto con schermi piccoli e suono a volte non all’altezza di una sound bar con sub casalinga.
Sono poche le sale che meritano di essere chiamate sala cinematografica.
Poi la concorrenza di Netflix, Prime video, Paramount, AppleTv che presentano gli stessi film, con in più serie interessanti… ecco qualcosa deve cambiare per attrarre lo spettatore, con magari sale con visione avvolgenti e sono che immerga lo spettatore e non con solo scritte Dolby Atmos dove poi all’interno non si capisce se gli amplificatori sono stati accesi oppure no.
Demenziale?e cosa ci potevamo aspettare da un SINISTRO di RAI3
Ma questo è scemo.la gente non va al cinema, perché al cinema fanno film che fanno cagare.