Trump vittima di un attentato, ma per la Fusani è lui “il carnefice”: “I tentativi di ucciderlo sono il frutto delle sue parole”
Tutti, ma proprio tutti, da Joe Biden a Kamala Harris, passando per Zelensky e Starmer, e fino a Orban e al ministro Salvini, hanno dichiarato la loro solidarietà a Donald Trump per il secondo attentato (il primo fu a luglio) subìto da quanto ha annunciato la sua discesa in campo per le presidenziali americane. Tutti, appunto, tranne un’irriducibile della demagogia al servizio delle notizie del giorno, e perché no? Anche d’esportazione: la giornalista Claudia Fusani che, dal pulpito moralizzante e moralizzatore (secondo i suoi principi) di Coffe Break, su La7 , la spara davvero grossa, dando ragione – inconsapevolmente – alla tesi di un altro dei soggetti finiti nel suo mirino accusatorio: quel generale Vannacci autore del “Mondo al contrario”.
Trump, vittima di un attentato, ma per la Fusani è lui “il carnefice”
Un mondo al contrario, per l’appunto, quello in cui la vittima di un attentato finisce per essere il principale responsabile dell’agguato subito. Una teoria decisamente sui generis, quella argomentata a fatica dalla giornalista nel talk de La7, secondo cui non sarebbe il clima d’odio alimentato dai dem – con la magistratura d’oltreoceano in prima linea e le star hollywoodiane in barricata social a postare attestazioni di disprezzo e plateali inviti a boicottare il voto pro-Trump – a farla da padrone. Perché, a detta della Fusani, sarebbe la stessa vittima delle invettive e degli agguati a colpi d’arma da fuoco – due tentativi reiterati a distanza di due mesi – a doversene fare carico.
Attentato a Trump, l’ex presidente nel mirino della giornalista (comunque)
«Quanto accaduto ieri sera è il frutto del clima di odio che è stato cerato proprio da Trump che da quando ha perso le elezioni del 2020 ha messo su una campagna contro i magistrati. I tentativi di ucciderlo e il clima che si respira negli Stati Uniti sono il frutto della parole di Trump». E nel mirino decisamente sfocato della giornalista finiscono irretiti dichiarazioni, comizi e dibattiti, del candidato americano nell’esercizio delle sue funzioni… Vittima di minacce, e intimidazioni sferrate a colpi d’arma da fuoco che la Fusani nella sue dissertazioni trasforma in carnefice, artefice delle sue sventure.
Trump riveduto e corretto secondo la Fusani
Eppure – come ricorda Libero sul tema – «l’attentatore di Trump sui social sposava con un certo entusiasmo lo slogan di Biden e Kamala: «La democrazia è in ballo in questa elezione». Eppure, con l’attentato di ieri, è la seconda volta che Trump finisce nel mirino di violenti ed esaltati, liberi di impugnare un’arma e di usarla per provare a mettere a tacere una voce “non consonante”…
Zelensky «Non c’è posto per la violenza politica». Orban: «Trump in pericolo finché non avrà vinto
Per fortuna c’è chi, come il leader ucraino Zelensky su X, si dice invece felice « di sentire che Donald Trump sia sano e salvo». Aggiungendo anche: «Questo è il nostro principio: lo stato di diritto è fondamentale e non c’è posto per la violenza politica in nessuna parte del mondo. Ci auguriamo sinceramente che tutti rimangano al sicuro». E insieme a lui, il primo ministro ungherese e suo alleato, Viktor Orban, ha a sua volta commentato su X il tentativo di assassinio dell’ex presidente degli Stati Uniti, asserendo senza perifrasi diplomatiche o infingimenti retorici: «È chiaro che la vita del presidente Trump è in pericolo, finché non avrà vinto. Stiamo pregando per lei, signor presidente».
Da Starmer a Netanyahu, tutti preoccupati e scioccati per il tentato omicidio a Trump
Non solo. Perché anche il primo ministro britannico, Keir Starmer, si è detto «molto preoccupato» per il tentativo di assassinio dell’ex presidente degli Stati Uniti. «Penso sia davvero importante che noi tutti siamo molto, molto chiari sul fatto che non ci sia spazio per la violenza in alcun processo politico», ha detto ai giornalisti a Roma prima di incontrare la premier, Giorgia Meloni. E addirittura il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è detto scioccato dopo aver appreso dell’apparente tentato omicidio di Donald Trump. «Sara e io siamo rimasti scioccati dal secondo tentativo di assassinio contro il presidente Trump e sollevati nell’apprendere che anche questo è fallito. Ma non dovremmo affidarci alla fortuna», ha scritto su X il premier di Tel Aviv.
Da Salvini «totale vicinanza a Trump: processi e comunisti non ci fermeranno»
Infine, il ministro Salvini. Un uomo e un esponente politico notoriamente vicino a Donald Trump, non ha mancato di tributare un suo messaggio di solidarietà all’ex presidente Usa in corsa per le prossime elezioni. Come? Postando sui social la sua «totale vicinanza a Donald Trump dopo un altro tentato assassinio. Processi, violenti, fanatici e comunisti non ci fermeranno. Avanti a testa alta!». Eppure, secondo la Fusani, a seminare odio è Donald Trump…