Retata di capi ultrà di Inter e Milan per legami con la ‘Ndrangheta, c’è anche il bodyguard di Fedez
Devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere, con l’aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni ed altri gravi reati i capi ultrà delle curve di Inter e Milan ‘decapitati’ in un’operazione della polizia coordinata dalla procura di Milano. Curve opposte ma interessi comuni su biglietti e parcheggi, secondo quanto emerge nella doppia inchiesta del pm Paolo Storari. Tra gli arrestati della Curva Nord, firmati dal gip Domenico Santoro, figurano il capo Andrea Beretta (già in carcere a San Vittore per l’omicidio di Antonio Bellocco), il vicecapo Marco Ferdico e il nuovo reggente della curva Renato Bosetti.
Ultrà arrestati, l’ombra della ‘Ndrangheta sui biglietti
Tra le fila rossonere, invece, tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare figurano tra gli altri, Luca Lucci, celebre per la foto con Matteo Salvini, Christian Rosiello, il bodyguard di Fedez (il cantante è estraneo ai fatti) protagonista, di recente mesi, del presunto pestaggio del personal trainer Cristian Iovino in una discoteca e Islam Hagag, conosciuto come ‘Alex Cologno’, anche lui amico del rapper.
In tutto, sono più di 50 gli ultras delle curve di Milan ed Inter destinatari delle perquisizioni nell’inchiesta di Polizia e Gdf, coordinata dalla Procura di Milano guidata da Marcello Viola. L’indagine ha smantellato i business illeciti degli ultrà, contestando l’associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso e le infiltrazioni della ‘ndrangheta nei traffici, oltre ad estorsioni e pestaggi.
Tutti i nomi dei capi della tifoseria nel mirino della magistratura
Tra le persone coinvolte, anche come destinatari di perquisizioni, nel maxi blitz figurano Gianfranco Ferdico, padre di Marco, Mauro Nepi, anche lui della curva interista, Islam Hagag della curva milanista e vicino a Christian Rosiello, bodyguard di Fedez, Francesco Lucci, fratello del capo ultrà milanista Luca, Alessandro Sticco, anche lui ultrà rossonero. E poi ancora Rosario Calabria, Antonio Trimboli, Nino Ciccarelli, storico capo ultrà interista, Domenico Bosa, Loris Grancini, capo ultrà della Juve, già con condanne alle spalle e da sempre vicino agli ambienti delle curve milanesi. Obiettivo delle perquisizioni anche Giancarlo Lombardi, detto il ‘barone’ ex capo ultrà rossonero. Perquisita anche la casa a Pioltello, nel Milanese, di Antonio Bellocco, l’erede dell’omonima cosca della ‘ndrangheta, ucciso il 4 settembre da Andrea Beretta, capo ultrà nerazzurro. Tra i presunti traffici nel mondo delle curve, su cui la Procura di Milano stava indagando da tempo, ci sono, oltre a quello della droga, anche la gestione degli affari dell’indotto dello stadio di San Siro, dai parcheggi alla vendita di gadget e panini, fino a quello dei biglietti per le partite.