Non solo mamma di Elon: chi è Maye Musk, la donna con un piano che fa della vita un’avventura
Gli appassionati di moda e Instagram già la conoscevano, gli altri potrebbero averne sentito parlare come madre di Elon Musk nei giorni appena passati di fanta-gossip social sulla natura dei rapporti tra Giorgia Meloni e il patron di Tesla e il resto: è intervenuta per chiarire che, no, i due non hanno alcuna relazione sentimentale, testimoniando anche che la sera dei Global Citizen Awards Elon è tornato in albergo con lei, mammà. Ma Maye Musk non è solo la “mamma di”, pronta a battersi per quel rampollo che le ha dato innumerevoli soddisfazioni.
Maye Musk, non solo “mamma di”
La signora Musk, che a sua volta ha espresso ammirazione per Meloni, è personaggio che vive (anche) di una sua spiccata popolarità, legata in particolare alla carriera di modella della terza età o, se si preferisce, “silver model”, richiestissima da brand e designer: in questi giorni è sulle passerelle della fashion week di Parigi. Dopo essere stata modella da ragazza, Maye è tornata a popolare le pagine della moda e della pubblicità quando ha deciso di non tingersi più e presentarsi con il grigio dei suoi capelli di 59enne. Da allora, era il 2007, Maye Musk, nata Haldeman, ha macinato servizi e copertine, diventando icona glamour e ambasciatrice di una bellezza e una vitalità che sfidano l’anagrafe e che accolgono con serenità, perfino con gioia, il corso naturale della vita.
Una donna con un piano
Laureata in scienze delle nutrizione, Maye Musk ha anche conseguito un dottorato nella materia. L’anno scorso, a 75 anni. “La mia conquista più emozionante”, l’ha chiamato, tirando le somme del 2023. “Motivatrice”, come si definisce, al milione e mezzo di follower che la seguono su Instagram ricorda a ogni post che “è forte avere 76 anni”, motto aggiornato di anno in anno con il progredire dell’età. L’altro motto di Maye è quello che ha dato il titolo alla sua autobiografia: “Una donna deve avere un piano”.
L’insegnamento impartito ai figli
Di piani Maye Musk nella sua vita ne ha avuto un certo bisogno, specie da quando trentunenne decise di lasciare il marito violento e andarsene con tre figli piccoli a carico: Elon aveva 8 anni, Kimbal ne aveva 7 e Tosca 5. Era il 1979 e serviva più coraggio di quanto ne serva oggi. Da lì in poi se l’è dovuta cavare da sola, rimettendosi in gioco come nutrizionista prima e modella poi. Barcamenandosi, facendo piani, disfacendoli, ma perseguendo sempre la via della tenacia, spesso costellata di ostacoli: i pochi soldi; il rapporto conflittuale con l’ex marito, che di soldi ne aveva molti di più e li usava anche come leva nella relazione con i figli; la necessità di trovare un equilibrio, da madre single, tra l’educazione dei ragazzi, il rispetto della loro e della sua libertà e le condizioni date. “Io non ho mai detto ai miei figli ‘siate impavidi’. Loro mi hanno visto commettere errori e risolvere problemi, perché spesso le cose vanno storte. I miei figli hanno imparato a sopravvivere nello stesso modo in cui l’ho imparato io: guardando i miei genitori”, raccontò qualche tempo fa a Donna Moderna.
L’infanzia avventurosa al seguito dei genitori
È da lì, dai genitori, che Maye dice di aver preso quel senso dell’avventura che sempre l’ha accompagnata e ancora l’accompagna nelle piccole e grandi esperienze. Josephine e Joshua Haldeman lasciarono il Canada alla volta del Sudafrica nel 1950, due anni dopo la sua nascita; altri due anni e – ha raccontato – caricarono i figli su un aereo a elica per un giro del mondo; negli anni successivi passarono le vacanze a inseguire la passione del padre per l’archeologia, anche cercando nel deserto la città perduta di Kalahari. Un’esperienza tanto scomoda quanto importante nella formazione della capacità di reggere e andare avanti, che è stata la chiave del suo successo. E probabilmente di quello dei figli. Tutti. Perché se Elon è fuori categoria, gli altri due nel mondo dei “comuni mortali” sono a loro volta imprenditori di successo: Kimbal nel settore della ristorazione e Tosca nel campo produzione cinematografica e televisiva.
Le molte rinascite di Maye Musk
Sempre per i figli Maye ha deciso di mantenere il cognome di quell’ex marito di cui si sarebbe volentieri dimenticata e del quale Elon, in una delle rare volte in cui ne parlò, disse che è “un essere umano terribile”. “In inglese Musk fa subito venire in mente il topo muschiato (muskrat, ndr). I miei bambini venivano presi in giro, venivano chiamati topi muschiati. Non volevo lasciarli soli: preferivo essere un topo muschiato insieme a loro”, ha raccontato la signora Musk a Vanity Fair, in un’intervista in cui confessò di essere stata bullizzata da bambina esattamente come poi lo è stato Elon. “Siccome ero più sveglia della media, a sette anni mi hanno messo in classe con i bambini di dieci perché leggevo e facevo di conto meglio di loro. Ovviamente, questo non mi rendeva particolarmente popolare…”. Anche in quel frangente se la cavò, con il provvidenziale aiuto della gemella che era piuttosto atletica. “Maye Musk è una donna che ha saputo rinascere molte volte e reinventarsi a ogni età. Ha affrontato tempeste e ha vinto ogni volta, trasformando la sua vita in un’incredibile avventura”, si legge nella presentazione dell’autobiografia fatta dal suo editore italiano, Giunti. E, insomma, alla fine si ha l’impressione che la prospettiva corretta sia guardare a Elon come “figlio di” piuttosto che a Maye come “madre di”.