Neonati morti a Parma, i Ris tornano nel “giardino degli orrori”: si scava tra le ombre di un mistero, nel buio della mente
Neonati morti a Parma, non c’è fine all’orrore. Allo sconcerto. E anche all’indignazione che a tratti si tramuta in rabbia. Sì, indignazione per quei corpicini di vite appena venute alla luce, e rinvenuti sepolti nel giardino di una villetta che di per sé evocherebbe bucoliche suggestioni ma che, alla luce dei fatti, rimanda solo tragiche vicende. E, di conseguenza, a sconcertanti speculazioni. Ebbene oggi i carabinieri del Ris di Parma sono tornati nella palazzina giallo ocra di Traversetolo per nuovi scavi in quello che i media hanno da più parti ribattezzato il “cimitero dei bambini”, dove sono stati rinvenuti prima un neonato senza vita, il 9 agosto, e un mese dopo altri resti – presumibilmente risalenti a un anno fa – e su cui stanno compiendo le necessarie verifiche.
Neonato morti a Parma, nuovo sopralluogo dei Ris nel “cimitero dei bambini”
Sul posto allora, sono presenti gli inquirenti e uno specialista nominato per gli scavi. E insieme a loro, anche il legale della famiglia della ragazza di 22 anni, madre biologica del neonato trovato morto il 9 agosto, identificata tramite il Dna. Una figura sfuggente, quella ricostruita fin qui sulla base delle indagini, e di cui le acquisizioni e i profili redatti da stampa e tv restituiscono un’immagine controversa, a cui ha contribuito non poco la notizia emersa in merito alle ricerche che la 22enne avrebbe effettuato sul web, con la chiave di ricerca “come partorire il secondo figlio”.
Il ritorno nella villetta per ulteriori accertamenti dopo le macabre scoperte
Ricerche entrate nel mirino degli inquirenti, che le hanno analizzate nei minimi dettagli insieme al suo telefono cellulare, e che hanno portato i carabinieri alla ricerca e al ritrovamento dei resti di un secondo cadavere, che apparterebbero ad un bambino nato da circa 40 settimane, all’interno dello stesso giardino della villetta bifamiliare di strada Baietta a Vignale di Traversetolo, ormai chiamata da tutti, traversetolesi compresi, la “villetta degli orrori”. Sulla giovane, dunque, accusata di omicidio premeditato e occultamento di cadavere, cala l’ombra del doppio infanticidio, mentre la ragazza e la sua famiglia, genitori e un fratello minore, sono spariti da giorni. E con il piccolo comune parmense ritrovatosi improvvisamente al centro della cronaca nazionale, assediato da stampa e curiosi.
Sul posto anche il legale della famiglia della ragazza, madre biologica del piccolo trovato morto
È in questo clima, allora, che proseguono le delicate e complesse indagini dei carabinieri di Parma, anche del Ris, coordinati dal procuratore Alfonso D’Avino. Indagini da cui emergono sempre nuovi, inquietanti dettagli, tutti da vagliare e interpretare per chiarire una vicenda dai risvolti davvero inspiegabili. Modalità e tempistiche che gli inquirenti al lavoro sul caso sono chiamati a ricostruire e spiegare, a cominciare – scrive tra gli altri il Tgcom24 – «dal come sia sia stato ucciso il bimbo fatto nascere con parto indotto il 7 agosto».
Neonati morti a Parma, il primo bambino sarebbe nato vivo. I resti del secondo piccolo risalirebbero a un anno fa
«I primi esami – riferisce allora il sito citato – hanno stabilito che il piccolo ha respirato, dunque è nato vivo. Sui resti del secondo corpicino, trovato successivamente ma risalente ad almeno un anno fa, sono in corso accertamenti, verosimilmente a partire dall’esame del Dna per stabilire se anche il piccolo sia figlio di Chiara e del coetaneo padre del piccolo trovato il 9 agosto». Ma la domanda a cui sembra impellente rispondere al momento è un’altra: come è stato possibile che una gravidanza – e quanto di drammatico ne è seguito – siano passati inosservati in una comunità così piccola, e addirittura per ben due volte secondo l’ipotesi peggiore a cui aprono le ultime acquisizioni d’indagine?
Tutte le ombre su cui bisogna ancora fare luce
E soprattutto, l’interrogativo che soverchia tutti gli altri, diventa: quale la motivazione avrebbe spinto una ragazza come tante. Una studentessa modello. Una giovane donna con un legame che andava avanti da anni, ben integrata nella realtà sociale di cui faceva parte e con alle spalle contesti familiari assodati, a compiere, tutto da sola, l’impensabile. E sempre all’oscuro di ben due nuclei familiari? Gli inquirenti al alvoro sulla tragica vicenda saranno chiamati a fornire le risposte. Per ora si scava, in un giardino divenuto cimitero e nei meandri di un’anima che al momento presenta molte zone d’ombra e comportamenti su cui sarà necessario fare luce…