Mentana contro l’esonero di De Rossi: “Dietro c’è una logica che non mi piace. Si calpestano vite e passioni”
L’esonero di Daniele De Rossi dalla Roma ha colpito anche un interista doc come Enrico Mentana. In uno sfogo su Instagram ha stigmatizzato modo e forma con cui è maturata la “cacciata di casa” del ct e campione del mondo nel 2006. Che, come è noto, ha dovuto lasciare la panchina, sostituito da Juric. E in queste ore di sgomento per i tifosi giallorossi che sui social esplicano la loro rabbia per un addio frettolosamente deciso dai vertici societari, scende in pista a dire la sua anche il direttore del Tg La7. A bocce ferme, il giorno dopo dalla sostituzione, arriva uno sfogo molto sentito.
Le parole di Mentana hanno acceso l’animo dei tifosi: il direttore di Tg La7 ha infatti condiviso una riflessione con la foto dell’ex tecnico della Roma in grande evidenza: “Quello del calcio, e del tifo, è un campo minato. Quasi mai un’affermazione viene presa per quel che è, e scatta subito la dietrologia fanatica: “taci tu, che…”, oppure “lo dici perché quella volta…”. Sfido questa prevedibile contraerea social per scrivere che dentro l’allontanamento di Daniele De Rossi dalla Roma c’è una logica che non mi piace e che non mi piacerà mai: quella di chi decide a migliaia di chilometri di distanza, non solo fisica, calpestando vite e passioni; nel solo interesse dell’investitore, dei suoi consulenti altrettanto alieni, in modo opaco, mai trasparente”.
I commenti di apprezzamento dei tifosi romanisti ma non solo non si fa attendere. Apprezzata l’idea di una certa idea di calcio che oggi non va certo per la maggiore. “Ma il calcio non è un business – prosegue Mentana- è chi fa business che specula su sport e passioni: il bambino non idolatra il campione per quel che guadagna, ma per come incanta col gioco. E il tifoso – quando è sano – dall’infanzia alla fine della vita sempre sta con la sua squadra, i suoi colori, la sua storia. Non per soldi ma per amore”.