L’ultima rivelazione su Emanuela Orlandi: “Tenuta in ostaggio a Londra da un ex Nar amico di Fioravanti”
“Era un ex Nar (V. B. le iniziali ndr) “ l’uomo che lo avrebbe instradato sulla ”pista di Londra” e che avrebbe fatto da carceriere a Emanuela Orlandi. Lo ha affermato Piero Orlandi a ‘Verissimo‘, in onda su Canale 5, sostenendo che la sorella sarebbe stata portata a Londra e tenuta nascosta fino almeno al 1993. L’uomo, dice ancora Pietro Orlandi, “era un ex Nar, amico di Valerio Fioravanti e altri coinvolti” nella strage di Bologna. “Siccome nessuno lo cerca, faccio io il nome – aggiunge – la pista di Londra è la più importante ma non se ne vuole occupare nessuno”.
Le nuove rivelazioni di Emanuela Orlandi e il possibile ruolo di un ex terrorista dei Nar
Contattato dall’Ansa, Pietro Orlandi ha spiegato di non sapere se attualmente l’uomo sia vivo e dove si trovi: “Non lo so – afferma – per questo speravo che qualcuno se ne occupasse, per cercarlo e capire se lui era effettivamente la persona che mi ha contattato o era solo uno che aveva usato il suo nome, comunque presumo che sia vivo”. A Verissimo Orlandi, pur esprimendo molta “fiducia” nel lavoro della Commissione bicamerale di inchiesta sulle scomparse di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi che sta indagando insieme a due procure, quella romana e quella vaticana, ha lamentato una sostanziale inerzia, proprio sulla pista di Londra, quella a suo parere “più importante in assoluto”.
La pista londinese tutta da verificare
Secondo la pista che porterebbe alla capitale inglese e i cui pezzi del puzzle sarebbero da ricercare, a suo dire, non solo nelle rivelazioni dell’ex Nar ma anche nei contenuti delle chat tra Francesca Immacolata Chaouqui e monsignor Vallejo Balda e nei cosiddetti “5 fogli” con la presunta lista delle spese, Emanuela sarebbe stata rapita e mantenuta a Londra sotto falsa identità in un “convitto” dall’83 fino almeno al 1997. “Questa persona che mi ha contattato e poi è sparita – ha detto Orlandi – era una persona ‘addetta’ diciamo alla gestione, non sapeva i motivi del rapimento, mi ha detto, io stavo lì assieme ad altri in un appartamento vicino, e facevo piccole mansioni come fare la spesa, per gestire la situazione”, “lui mi ha detto che è partito sullo stesso volo Roma-Londra”. Quest’uomo, aggiunge, sicuramente “fino al ’97 è stato lì, poi è andato via e non so che cosa sia successo, mi ha fatto il nome di un’altra persona del suo gruppo, (S.S.), un altro dei Nar, che avrebbe fatto delle telefonate anonime. In questo momento non so dove sia, credo latitante in Sudamerica ma è una persona viva”.