Le foto portano sfiga al campo largo: dal “patto della birra” alle bicchierate in testa. Piccola storia triste
Decisamente le foto di gruppo portano male al defunto campo largo. Solo due mesi fa alla festa di Avs i magnifici 5 esultavano e brindavano, boccale alla mano: “E’ il patto della birra”, dichiaravano esultanti Conte, Schlein, Bonelli, Fratoianni e Magi, immortalati nello scatto. Attenti, arriviamo noi era il sottotesto di qualcosa che somigliava a una coalizione pronta a sfidare il governo. Ma non lo era. Solo due mesi dopo ecco che se le danno di santa ragione al termine di una settimana di passione: nella quale dalla questione Rai alle elezioni in Liguria ogni giorno abbiamo registrato uno “sfascio”: ogni giorno un pezzo si è perso per strada. Sotto la pioggia tutti davanti a un boccale pieno sorridenti, a luglio. Decisamente meglio berci su, se solo avessero avuto sentore degli smottamenti progessivi giunti fino alla “bomba ligure” di venerdi. Con Italia Viva che a metà pomeriggio fa sapere tramite la coordinatrice Raffaella Paita che il partito si sfila dalla coalizione a sostegno del candidato Andrea Orlando. Un terremoto politico. Dopo settimane di trattative sulla formula con cui definirne l’ingresso in squadra, Iv non ha accettato i “ricatti” del M5S. L’ultimatum grillino sulla presenza renziana in coalizione ha fatto deflagrare la situazione. A un mese dal voto in Liguria.
Campo largo dal “patto della birra” alle bicchierate in faccia
No, la foto non ha portano bene. Passano gli anni, ma le fotografie dei leader di centrosinistra continuano a portare sfiga a quell’area politica. Il bicchiere – o il boccale che sia – se lo sono dato in testa e non tanto metaforicamente. Basta riportare qualche stralcio di dichiarazione. Giuseppe Conte lancia parole di fuoco contro Elly Schlein: “Schlein ci ha ferito, ha di fatto restituito centralità politica a Renzi. Che è un fattore divisivo e ha sempre voluto distruggere il M5S. E questo, senza neppure prendersi la briga di avvertirmi e avere un serio confronto politico con me e gli altri alleati”, piagnucola il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, intervistato dal ‘Corriere della Sera’. A Renzi non è parso vero infierire sull’ex premier: “Conte usa Italia Viva per attaccare Schlein”. “Conte mi odia perché gli ho tolto Palazzo Chigi”. “Conte pensa che la politica sia la poltrona. Il m5s è diventato la succursale romana di ‘Poltrone&Sofà'”. E poi il vaticinio: “I 5 Stelle in Liguria si sentono molti forti, vedremo tra un mese se lo sono…”, tuona Renzi all’assemblea nazionale di Iv. Un anatema. (La vignetta di Santini).
La foto di Vasto
Ci sono foto non destinate a rimanere. La sinistra ha collezionato diverse photo opportunity che volevano – nelle intenzioni – celebrare la tanto declamata e ritrovata unità dei diversi partiti. Ma che sono durate lo spazio di un mattino. Citiamo a memoria, settembre 2011. La foto di Vasto (in provincia di Chieti): il partito guidato da Antonio di Pietro, l’Italia dei Valori, organizza un proprio evento politico nel quale invita Pier Luigi Bersani, allora segretario del Pd, e Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia e leader di Sinistra Ecologia e Libertà: tutti insieme contro il governo Berlusconi. La foto di Vasto” verrà stracciata con il successivo insediamento del governo Monti; e con la rottura di Di Pietro, che preferirà andare con l’estrema sinistra di Antonio Ingroia.
Foto di Narni
Ottobre 2019. In Umbria si tengono le elezioni Regionali anticipate dopo le dimissioni forzate della governatrice dem Catiuscia Marini; a seguito di un’inchiesta della procura di Perugia su presunti illeciti nelle assunzioni nel sistema sanitario umbro. Era in carica il Conte 2, sostenuto da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Ecco un’altra non brillante idea di immortalare l’alleanza che avrebbe dobuto sconfiggere il centrodestra nella regione. Ecco la foto fianco a fianco di Conte, Zingaretti, Di Maio e Speranza in quel di Narni (Terni). L’esito elettorale è noto: la leghista Donatella Tesei stravinse con più del 57%, il candidato unitario di sinistra – il civico Vincenzo Bianconi, già presidente di Federalberghi- restò al palo col 37%.
Dalla scalinata della Cassazione al “patto della birra”
Arriviamo a luglio: la foto del “patto della birra” fu preceduta da un altro scatto sulla scalinata della Cassazione che doveva plasticamente sancire l’unità di un’accozzaglia composita sul referendum autonomia. Anche quella foto è un ricordo. Ricordiamo il “pasticciaccio Rai”, con il Pd sull’Aventino che ha sancito una colossale spaccatura con il M5S. Andando a ritroso, segnaliamo la spaccatura sul dl lavoro. Dopo la dichiarazione di inammissibilità di una serie di emendamenti e il no alla richiesta di sospendere i lavori, il M5s ha decido di abbandonare l’aula; mentre il Pd è rimasto con un commentino al vetriolo: “Quando si tratta di ottenere poltrone in Rai, sempre presenti per votare. Quando invece non si parla di poltrone, si abbandona l’aula”, hanno sottolineato fonti parlamentari del Pd riferendosi ai pentastellati. Andando ancora indietro di qualche giorno arriviamo alla decisioine di Conte di non firmare per il referendum sulla cittadinanza. Cos’altro serve? Ah, certo, lo sfasciacarrozze. Possibilmente senza foto (consiglio noon richiesto).
Il consiglio di mister Trapattoni
Mettendo il naso fuori dai confini nazionali osserviamo lo stesso sconquasso anche in un contesto europeo: le opposizioni già divise sul voto all’Ursula bis – ricordiamo che M5S e Avs non l’hanno votata – si divideranno sul voto a Raffaele Fitto. Dove vogliono andare così conciate? Le foto festanti portano male: mai festeggiare prima di un risultato, dicono gli scaramantici. “Non dire gatto se non l’hai nel sacco”, sentenzia il saggio mister Trapattoni.