La “mossa” di Orban, una delegazione di Fidesz al processo Salvini per l’arringa della Bongiorno
La mossa di Orban. “Ottimo incontro con il patriota più ricercato d’Europa, Matteo Salvini; grazie per la tua visita Matteo! Tu sei il nostro eroe e sei sempre benvenuto in Ungheria”: si espone così in prima persona su X il premier ungherese e presidente del Consiglio dell’Unione Europea in carica. Il segretario della Lega e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti italiano si trova a Budapest per il consiglio informale dei ministri dei Trasporti. Orban dopo un lungo colloquio ha diffuso su X il messaggio di sostegno all’alleato a Bruxelles e la foto insieme al vicepremier italiano. Il riferimento è, ovviamente, al processo Open Arms in corso. Ma le sortite di Orban non finiscono qui. La “mossa” annunciata è che proprio a Palermo, tra un mese, potrebbe arrivare un colpo di scena. Orban ha garantito infatti ha garantito la presenza di una delegazione del proprio partito e degli altri alleati europei sia a Pontida (6 ottobre) che in Sicilia in occasione dell’arringa di Giulia Bongiorno (18 ottobre).
Orban vede Salvini: delegazione in Sicilia per l’arringa della Bongiuorno
Durante l’incontro con Salvini, fanno sapere dallo staff del leader leghista, il primo ministro ungherese “non ha mancato di chiedere informazioni” a proposito del processo di Palermo e “ha garantito la presenza di una delegazione del proprio partito (Fidesz) e degli altri alleati europei sia a Pontida (6 ottobre) che in Sicilia in occasione dell’arringa di Giulia Bongiorno (il prossimo 18 ottobre)”.
L’incontro Salvini-Orban
Più di un’ora di colloquio tra Matteo Salvini e Viktor Orbán. Prima i due leader si sono confrontati in privato, per poi allargare il confronto alle rispettive delegazioni. È stata l’occasione per alcune riflessioni a tutto campo, a partire dagli equilibri nell’Unione Europea fino ad argomenti concreti di collaborazione tra i due Paesi come lo sviluppo del porto di Trieste. Porto a cui Budapest guarda con particolare interesse in quanto sbocco strategico sul Mediterraneo. Tra le altre cose, Salvini e Orbán hanno condiviso l’urgenza di fermare il conflitto in Ucraina.
Proprio in contemporanea si sta svolgendo nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo l’udienza delle parti civili. Il clima è arroventato: “Noi confidiamo sulla pronuncia del Tribunale, riteniamo che ci siano tutte le condizioni per affermare la responsabilità penale dell’allora ministro dell’Interno”, spiega l’avvocato di Open Arms, Arturo Salerni, parlando con i cronisti. Il pm ha chiesto sei anni di carcere per Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. “Sono emerse anche le vicende terribili di chi è stato ostaggio sulla nave per tanti giorni in condizioni disumane, persone che venivano da realtà infernali nei loro percorsi migratori soprattutto dai campi libici che sono luoghi di tortura – ha aggiunto il legale della ong spagnoala – In Italia si sono ritrovati ad aspettare per quello che era un atto dovuto come prevedono le convenzioni internazionali e la legge italiana”.
Simonetta Matone: “Delirio di onnipotenza delle toghe si sinistra”
Sul caso è intervenuta in queste ore anche Simonetta Matone, ex magistrato e oggi deputata della Lega: “Pur rispettando pienamente il principio della separazione dei poteri, a differenza di altri, non posso che rilevare le dure posizioni che le toghe di sinistra stanno assumendo nei confronti di un decreto Sicurezza che la Lega e il centrodestra hanno voluto fortemente, passando dalle parole ai fatti quando c’è da garantire ordine e rispetto della legalità sul territorio. Un pericoloso delirio di onnipotenza con cui si contesta un provvedimento, mettendo poi sotto accusa chi lo ha fatto e voluto”.