Ha cercato sul web “come uccidere a mani nude”: chi è il 17enne albanese fermato per la morte di Maria Campai

28 Set 2024 9:36 - di Carlo Marini
Maria Campai

“Volevo scoprire che cosa si prova ad uccidere”. Queste le parole che, secondo la Gazzetta di Mantova, avrebbe pronunciato davanti ai carabinieri, in una sorta di confessione, il 17enne albanese accusato di aver ammazzato in modo premeditato il 19 settembre scorso nel garage di casa a Viadana Maria Campai, 42enne romena contattata su una chat di incontri, e di averne poi nascosto il cadavere nel giardino di una vicina villetta disabitata. Il ragazzo non ha mostrato alcun segno di pentimento.

L’incredulità del padre: “Mio figlio è un pezzo di pane”

Nato in Italia da una famiglia di origini albanesi, il presunto killer frequentava regolarmente la scuola superiore e, a detta della famiglia, non aveva mai dato problemi. Durante l’interrogatorio di giovedì sera, avrebbe collaborato con gli inquirenti. “Mio figlio è un pezzo di pane, ragazzo tranquillo, non è aggressivo. Io non escludo che possa essere stato lui ma anche che possa essere stato un altro, oltre a lui”, ha detto il padre ai cronisti sotto casa.

Appassionato di arti marziali, il ragazzo avrebbe ucciso la vittima a mani nude, facendo prima più volte ricerche online su come fare. Sui suoi dispositivi digitali – tutti sequestrati – i carabinieri hanno scoperto che prima dell’incontro con la vittima il 17enne aveva cercato in più occasioni come neutralizzare una persona a mani nude. Due, forse tre colpi assestati sul volto per stordire Maria Campai e poi le mani strette attorno al collo per strangolarla. Tutto avvenuto nel garage posto sotto sequestro, dove sono state trovate tracce di sangue e dove i due avrebbero anche consumato un rapporto sessuale (la donna è stata ritrovata con i pantaloni abbassati).

Appassionato di arti marziali, ammiratore di Turetta, ha pianificato il delitto di Maria Campai

Il tutto all’interno del garage di proprietà della famiglia del ragazzo, a poca distanza dal giardino in cui poi è stato abbandonato il corpo. Nei pochi metri quadrati del box i carabinieri hanno trovato tracce di sangue.

La donna, di origine romena, era arrivata a Viadana in auto da Parma, accompagnata dalla sorella. Un colloquio di lavoro con un uomo, era stata la spiegazione iniziale, ma poi Maria non aveva dato più notizie di sé. Allarmata, l’indomani la sorella Roxana ne aveva denunciato la scomparsa, rivolgendosi poi anche al programma Chi l’ha visto?. Tappezzate di volantini con il volto di Maria le strade del paese, mentre la Prefettura avviava il piano di ricerche a tappetto, anche con l’ausilio dei cani molecolari della protezione civile.

Giovedì mattina la tragica svolta, con il ritrovamento del corpo e, poche ore dopo, il fermo del 17enne. Al presunto assassino i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Mantova sono arrivati grazie all’analisi dei filmati delle videocamere di sorveglianza cittadine. L’identificazione è stata confermata anche della sorella, che alla Gazzetta di Mantova ha raccontato: “L’ho riconosciuto, era quel ragazzo con cui Maria è andata via quella sera, quando l’ho accompagnata a Viadana”. Maria “era a casa nostra da qualche giorno. Andava e veniva spesso dalla Toscana dove abitano l’ex marito e i due figli. Mi aveva detto di aver conosciuto un ragazzo su Internet e che si erano dati appuntamento a Viadana perché lui abitava lì”, la ricostruzione data da Roxana.

 

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