Eredità Agnelli, la Procura: “Per fare risultare la nonna in Svizzera, John Elkann le corresse il libro”
Emergono nuovi dettagli nella presunta frode fiscale e truffa ai danni dello Stato italiano degli Elkann per l’eredità Agnelli. Addirittura ci sarebbe un libro riveduto e corretto di suo pugno da John Elknann per far risultare la vedova Agnelli residente in Svizzera.
In Italia è stato pubblicato da Adelhpi nel 2014 con il titolo Ho coltivato il mio giardino, nel resto del mondo (in inglese) da Rizzoli come ‘The last swan’. Il libro è a firma di Marella Caracciolo e della nipote Marella Chia, e ora i pm della procura di Torino sono arrivati a sostenere, basandosi su documenti raccolti durante l’indagine, che l’opera sia stata diffusa per avvalorare la falsa tesi che la Caracciolo risiedesse stabilmente in Svizzera. Secondo gli inquirenti il libro fotografico (messo in vendita sugli scaffali delle librerie a 55 euro e attualmente introvabile) nacque “da un’idea di John Elkann”, il quale supervisionò il progetto (insieme ad altri) “arrivando addirittura a modificare il testo originale”.
Scoperti fondi milionari alle Bahamas
Inoltre, secondo le indagini della procura di Torino, «i beni indicati nelle dichiarazioni degli eredi di Marella Caracciolo erano derivanti da un trust fittizio collocato in Paese a fiscalità privilegiata (Isole Bahamas), in cui erano stati conferiti nel 2014-2018 (quindi in data successiva alla chiusura del conto di Bundeena – 2009)» e «non essendo stata la dichiarazione di successione aperta in Italia sul presupposto della (falsa) residenza svizzera, i relativi redditi di capitale non avevano scontato alcuna tassazione né alcuna imposta di successione è stata dichiarata o riscossa». È uno dei passaggi contenuti nel decreto, emesso dal gip Antonio Borretta, relativo al sequestro preventivo di 74,8 milioni di euro, avvenuto nei giorni scorsi, nei confronti dei tre fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, nipoti di Gianni Agnelli, del commercialista Gianluca Ferrero e del notaio Urs Robert von Grunigen (indagati per frode fiscale e truffa ai danni dello Stato). Sequestro che rientra nell’ambito dell’indagine sulla successione ereditaria, contestata dalla figlia Margherita Agnelli (madre dei fratelli Elkann).
Secondo l’accusa, «i tre fratelli Elkann avevano dichiarato in Italia beni esteri nella loro disponibilità, derivanti dalla successione di Marella Caracciolo, per una somma complessiva significativa», cioè oltre 734 milioni di euro e «si trattava di beni senza dubbio riconducibili alla successione» di Donna Marella. L’importo, infatti, «risultava sovrapponibile a quello detenuto fino al 2009 da Bundeena (900 milioni di dollari) e vi era identità di sede europea e di figure apicali tra la Bundeena Consulting e le società riconducibili a John Elkann, cioè Blue Dragons e Dancing Tree».
Un «rilevante aspetto patrimoniale», secondo i pm, «che interessa ai fini penali e della quantificazione dell’imposta sul reddito evasa è quello relativo all’esistenza di due trust costituiti alle Isole Bahamas». Gli inquirenti, alla luce delle condotte «volte a dissimulare la reale residenza di Marella Caracciolo» e «in considerazione delle movimentazioni (assenti dopo l’iniziale conferimento) dei due trust nel corso del tempo, nonché di alcuni documenti rinvenuti in sede di sequestro», ipotizzano che «i trust in oggetto dovevano considerarsi meri schermi giuridici, volti a sottrarre beni alla massa ereditaria della defunta».
Eredità Agnelli: il giallo degli orecchini da 78 milioni di euro
Un paio di orecchini con diamanti del valore di 78 milioni di euro che risulta donato da Marella Caracciolo alla nipote Ginevra Elkann. È questo il ‘pezzo’ più pregiato che compare, per ben due volte, nella parte dedicata ai presunti “regali fittizi”, nei documenti dell’inchiesta svolta dalla procura di Torino intorno all’eredità di Gianni Agnelli.
I finti regali ai nipoti per eludere la tassa di successione
Secondo la ricostruzione operata da pubblici ministeri e guardia di finanza, numerosi beni preziosi di proprietà di Marella furono inventariati e fatti “figurare falsamente come regali effettuati” dalla donna ai fratelli John, Lapo e Ginevra prima della sua morte, con l’obiettivo di risparmiare sulla tassa di successione. Un indizio, sempre secondo gli inquirenti, è un promemoria del 10 settembre 2019 (Marella era deceduta il 23 febbraio precedente a 92 anni) che sarebbe stato preparato per associare ad ogni ‘regalo’ una ricorrenza: anniversari, compleanni, nascite di figli. Si trattò, sempre a giudizio dei pm, di una “spartizione post mortem”.
Nel decreto di sequestro il gip Antonio Borretta scrive che “è stata rilevata un’attività di spartizione post-mortem di beni appartenenti all’asse ereditario della de cuius, con conseguente sottrazione degli stessi all’asse ereditario, attuata attraverso l’ausilio di professionisti e persone terze, previa pianificazione del tutto”.
VERGOGNA SPUDORATEZZA, E POI MAGARI VANNO A MESSA IN PRIMA FÌLA. E LE MAESTRANZE NON ARRIVAMO ALLA FINE MESE QUANDO NON SONO IN CASSA . SPEŔO CHE BRUCINO ALL’INFERNO