Dossieraggi, Salvini chiede la commissione d’inchiesta: “Dietro c’è un disegno politico, non credo a Babbo Natale”
Chiede una commissione parlamentare d’inchiesta Matteo Salvini sul caso dei dossieraggi. “Il 95% dei politici spiati era del centrodestra. A 8 anni ho smesso di credere a Babbo Natale. Qualcuno aveva un vantaggio e un’inchiesta parlamentare avrebbe gli strumenti per arrivare” alla verità. Dal palco di Portofino d’Autore, intervistato da Maurizio Belpietro, il ministro dei Trasporti interviene sulla vicenda già al vaglio della procura di Perugia. “C’è un chiaro disegno politico dietro lo spionaggio”.
Dossieraggi, Salvini: “Il partito più sfortunato è stato il mio”
“Io penso che sarebbe meritevole di andare fino in fondo, quindi anche di una commissione d’inchiesta parlamentare- insiste- : con tutti i poteri inquirenti che avrebbe. Perché qua c’è la certezza, non il dubbio, che ci fossero alcuni dipendenti pubblici infedeli che entravano nei conti correnti bancari di alcune migliaia di italiani. Dando poi ai giornalisti il frutto del loro dossieraggio”. Rispondendo a una domanda sul caso Straino nell‘inchiesta di Perugia, ha aggiunto. “Io penso che nessuno sia titolato a entrare nei conti correnti di altre persone se non ci sono inchieste in corso. Quindi sicuramente non l’hanno fatto di loro spontanea volontà: è chiaro che c’era un chiaro disegno dietro. Poi sarò sfortunato ma il partito più sfortunato è stato il mio. Questo poteva succedere in Venezuela, non nell’Italia del 2024”.
Dossieraggio: “Mostruoso” il numero degli accessi abusivi
Lo stesso procuratore di Perugia Raffaele Cantone aveva definito “mostruosi” i numeri degli accessi abusivi attenzionati nel corso delle indagini. Non solo, ma dalle indagini gli accessi sarebbero in realtà molti di più di quelli considerate sinora. Dalle indagini sono infatti emersi altri 200mila documenti che il finanziere avrebbe scaricato in modo abusivo dalle banche dati della Direzione nazionale antimafia. L’inchiesta – ricordiamo – era nata dalla denuncia presentata alla fine di ottobre 2022 da Guido Crosetto; dopo che il quotidiano Domani aveva pubblicato articoli con informazioni molto dettagliate sui patrimoni attribuiti a lui e all’azienda di cui era titolare prima di ricevere l’incarico di governo. Attraverso la denuncia, il ministro chiedeva di verificare chi e come fosse stato in grado di raccogliere quelle informazioni “non a conoscenza di chiunque”.
Arriva poi la domanda sul Ponte sullo Stretto. “Chi dice che c’è una falla non attacca Matteo Salvini, ma gli ingegneri, perché non sono i ministri che fanno i ponti, ma loro”. “Entro la fine di quest’anno inizieranno i lavori. Se la valutazione di impatto ambientale andrà bene entro la fine di novembre vuol dire approvare il progetto definitivo conseguente con tutto il cash entro la fine dell’anno. Appena c’è l’okay del Cipes si può partire con l’allestimento dei cantieri”.