Dallo scontro con Grillo al processo a Salvini, non chiedete a Conte: lui è in continua evoluzione

16 Set 2024 14:30 - di Viola Longo
conte grillo

“Non troverete mai una mia dichiarazione o un atto che attesti la mia volontà di far fuori Grillo. Ma nessuno può ostacolare o impedire il processo costituente”. Il giorno dopo l’ennesimo scontro frontale con Beppe Grillo, Giuseppe Conte ribadisce la sua totale innocenza rispetto alle accuse che gli vengono mosse dal fondatore del Movimento. Lo fa in un’intervista a La Stampa nella quale parla anche del processo Open Arms, che vede Matteo Salvini sottoposto a una richiesta di condanna a sei anni per le decisione assunte da ministro dell’Interno nel governo guidato proprio dal leader del M5s. “Non auguro a Matteo Salvini una condanna penale, come a nessun avversario politico”, ha detto Conte, tornando a ribadire la sua estraneità ai fatti contestati a quello che allora era un suo ministro.

Il filo che unisce lo scontro di Conte con Grillo e il processo a Salvini

C’è un filo rosso che unisce le due vicende e non è la circostanza dell’intervista. Entrambi i casi, infatti, fanno emergere nuovamente l’attitudine di Conte a prendere la forma che risulta più conveniente in base alle situazioni, con scarso interesse nei confronti della coerenza e nessuna intenzione di assumersi responsabilità in quello che succede. E, del resto, si tratta solo di una conferma, considerando che si parla del leader che è passato senza colpo ferire dal governo con la Lega a quello con la sinistra.

La giravolta sui porti chiusi e sul processo a Salvini

In quel frangente si consumò anche il riposizionamento sul tema dei porti chiusi, per il quale Conte ora si augura che Salvini non venga condannato. Se il leader della Lega, però, è a processo per il caso Open Arms è proprio per una scelta compiuta dal M5S in ossequio alla convenienza politica, con buona pace della coerenza: fu grazie ai voti decisivi pentastellati, infatti, che al Senato passò l’autorizzazione a procedere che invece era stata rifiutata dalla Giunta competente. E fa niente che non molto tempo prima, sulla vicenda assai simile della nave Diciotti, i cinquestelle avessero votato in modo opposto. All’epoca erano al governo insieme, conveniva così. Su Open Arms il governo era cambiato e conveniva in altro modo.

L’ennesimo atto della pantomima con il garante

Quanto a Grillo il meccanismo è un po’ lo stesso: Conte si chiama fuori dalle responsabilità nella rottura, ché lui mica vuol far fuori il fondatore. È semmai “l’elevato” che gli mette i bastoni tra le ruote e, insomma, si fa fuori da solo. L’ennesima puntata di questa pantomima, che va avanti ormai da un tempo lunghissimo, si è consumata ieri. Fonti vicine al garante hanno fatto trapelare che Grillo molto è “dispiaciuto”, se non addirittura “furioso”, per i contenuti di una lettera, bollati come “ricattatori”, che Conte gli ha inviato nei giorni scorsi.

Lettere, carte bollate e accuse reciproche

Grillo, è stato raccontato, teme di essere messo definitivamente ai margini dalla vita del Movimento con la prossima assemblea costituente e non avrebbe mancato di criticare le recenti mosse di Conte, compresa la partecipazione alla festa di Avs. In tutta risposta i vertici del Movimento hanno parlato di un “nuovo attacco di Grillo”, che vorrebbe “ribaltare la questione passando per vittima”. “Da un lato si fa scrivere lettere dagli avvocati per intralciare il processo costituente, dall’altro si lamenta delle risposte a tono che le sue diffide sollecitano”, hanno commentato i support di Conte. Il riferimento è a “una diffida” legale a tutti gli effetti con la quale Grillo, dicono, “prova malamente ad affossare in anticipo qualsiasi risultato dell’assemblea costituente”.  Nella lettera che ha fatto infuriare Grillo, invece, Conte si sarebbe “limitato a rispondere che non saranno diffide, carte bollate e sgambetti di ogni tipo a fermare questo processo democratico”, facendo comunque un significativo passaggio sugli “obblighi contrattuali che il Garante ha sottoscritto con il M5S per ciò che concerne malleveria e consulenza comunicativa”.

Conte sullo scontro con Grillo: “Di quali origini parliamo? Quando mi sono iscritto io…”

Quanto all’accusa di allontanare il Movimento dallo spirito delle origini, Conte ha replicato nell’intervista a La Stampa domandando “di quali origini parliamo?”. “Quando io mi sono iscritto, il Movimento aveva già cambiato tante regole e impostazioni iniziali. Ma è normale che accada: l’evoluzione del quadro storico, politico, sociale impone una continua evoluzione, tanto più a una forza che si definisce in movimento”. Insomma, una specie di io non c’ero e se c’ero dormivo e comunque tutto scorre, tanto vale farsi portare dalla corrente.

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