Caso Vallanzasca, la procura dà l’ok per il trasferimento in una Rsa dell’ex bandito milanese

10 Set 2024 16:07 - di Paolo Cortese
Vallanzasca

Renato Vallanzasca sta per lasciare definitivamente il carcere. Anche la procura generale ha dato parere favorevole alla scarcerazione per l’ex bandito, condannato all’ergastolo per diversi omicidi. Vallanzasca soffre di demenza senile e non può più stare dietro le sbarre.

Il dossier clinico di Vallanzasca

Nel suo dossier clinico si legge che è affetto da una forma di demenza, probabilmente Alzheimer, che al momento viene curato solo con un tranquillante che, non solo non aiuta a farlo stare meglio, ma peggiora la situazione perché avrebbe bisogno di essere continuamente stimolato. I medici parlano di una forma di demenza poli-fattoriale, alla quale potrebbero avere contribuito anche i conflitti a fuoco e la lunga detenzione.

Nel dossier clinico è scritto, riferisce il legale, che “Vallanzasca fatica a riconoscere le persone, è sofferente perché non riesce a esprimere col linguaggio quello che pensa, deambula in modo lento, non è autonomo nella cura della persona”. Al momento gode di permessi per uscire dal carcere e andare in un luogo di cura ma, si legge sempre nella relazione, non è nemmeno in grado di uscire e rientrare da solo, tanto che viene accompagnato dalla polizia penitenziaria perché è “disorientato nel tempo e nello spazio”.

74 anni, 52 in carcere

Renato Vallanzasca ha 74 anni, 52 dei quali trascorsi in carcere. Negli anni settanta assunse agli onori della cronaca non solo per le sue gesta criminali  ma anche per l’aspetto fisico che ne fece una sorta di perverso idolo per tante ragazze. Più volte protagonista di evasioni, il “bel René”, come veniva sopranominato, fu portato sul grande schermo in un film di Michele Placido con una interpretazione straordinaria di Kim Rossi Stuart.

Una decina di giorni fa una struttura residenziale per persone affetta da Alzheimer in provincia di Padova ha dato la propria disponibilità all’accoglienza dell’ex criminale milanese. Ora spetta al tribunale di sorveglianza dare la parola definitiva.

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