“Cara Elly”, “Caro Roberto”. La segretaria e il sindaco al telefono per smentire le malelingue. Ma fanno peggio
La pezza è peggiore del buco. La telefonata cordiale tra Elly Schlein e Roberto Gualtieri, spiattellata alle agenzie per riparare il danno, non fa che confermare le crepe tra la segretaria dem e il sindaco di Roma. Si dicono “sorpresi e divertiti”, secondo fonti capitoline, dalle notizie apparse sulla stampa, primo fra tutti il Tempo, che descrivono una resa dei conti tra i due. O meglio tra il Nazareno e il primo cittadino, sornione ma ostinato, troppo. “Notizie prive di fondamento”, dicono i protagonisti, smentendo i retroscena del quotidiano romano che oggi titola “I lunghi coltElly”. Schlein e Gualtieri si sentono molto spesso e la piena sintonia e la totale collaborazione è una consuetudine ormai da tempo, riferiscono le fonti.
Piange il telefono, Schlein e Gualtieri si chiamano: va tutto bene
Eppure i boatos e le ricostruzioni stanno bene in piedi. Nessuno può negare che l’improvvisa scalata della segretaria ha mandato in tilt un partito piegato su se stesso, costretto a ripartire proprio dall’Aula Giulio Cesare, specie a pochi mesi dal Giubileo. La travagliata storia del potere dem sulla città eterna non è ancora finita: prima l’ingenuo e guastatore Ignazio Marino, poi la grillina Virginia Raggi con Zingaretti al vertice del Nazareno. E giù giù fino a Elly. Stando al Tempo, Gualtieri, e soprattutto il «sindaco ombra», Claudio Mancini, sarebbero finiti nel mirino dei piani alti del partito “con l’obiettivo di creare un nuovo equilibrio in vista delle prossime elezioni comunali”. La conferma arriva proprio dalla Schlein che alla Festa dell’Unità di Genzano (ai piedi di Roma) ha puntato il dito sul termovalorizzatore, croce e delizia della sinistra con il sindaco deciso a non mollare la sua opera e mezzo partito e comitati cittadini avvelenati. All’ordine del giorno gli equilibri da resettare nel gruppo consiliare del Pd.
La resa dei conti negata tra la segretaria e il sindaco di Roma
Tra una schitarrata e l’altra Gualtieri, che punta al bis, sta prendendo troppo potere, ultima l’elezione plebiscitaria a presidente dell’associazione Autonomie Locali Italiane (Ali) al posto dell’uscente Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro sbarcato a Strasburgo. Una sorta di accordo non scritto: Ricci al Parlamento europeo con l’aiutino del sindaco ombra e Ali a Gualtieri. Il controllo dell’associazione- scrive il Tempo – che conta circa 2.500 enti tra comuni, province, regioni e comunità montane per Mancini potrebbe rappresentare un promettente piano B qualora la situazione, alle prossime comunali di Roma, non dovesse mettersi come auspicato. Basterà un colpo di telefono sotto i riflettori a calmare le acque? Difficile.