Caos Cinquestelle, nuova lettera di Grillo a Conte: “Sei un autocrate, il terzo mandato non si tocca”

17 Set 2024 13:27 - di Giulia Giani
Caos Cinquestelle

Il caos nei Cinquestelle non accenna a diminuire. Dopo le minacce di rescissione del contratto pubblicitario (300mila euro annui) di Conte a Beppe Grillo, arriva l’ennesima risposta del fondatore e garante del Movimento che accusa l’ex presidente del Consiglio di essere un autocrate e ribadisce che il vincolo del terzo mandato per gli eletti non si tocca.

La lettera di Beppe Grillo e il caos Cinquestelle

Il comico genovese ha replicato al comunicato di Conte inviando una dura lettera all’attuale leader penstatellato, definendolo “autocrate” , dicendo di ritenere le sue esternazioni come “minacce” e ribadendo che il vincolo del terzo mandato, e cioè l’impossibilità per ogni rappresentante istituzionale dei Cinquestelle di svolgere più di due mandati elettivi, non si tocca.

Beppe Grillo ha anche chiesto, attraverso alcuni parlamentari del Movimento vicini a lui, che Conte pubblichi tutto il loro carteggio, convinto così di dimostrare la bontà delle sue ragioni.

Sul suo blog, il fondatore del Movimento per ora tace. L’ultimo post dedicato all’argomento è datato 12 settembre dal titolo: “La politica non è l’arte di imporre soluzioni migliori ma impedire le peggiori” 

In quel post Grillo ribadiva che lo spirito dei Cinquestelle sarebbe morto se venisse a mancare il vincolo del terzo mandato e sottolineava come la sua funzione di Garante fosse in pratica insostituibile a norma dello Statuto.

Una querelle che potrebbe finire in tribunale

Giuseppe Conte è intenzionato a rescindere il ricco contratto pubblicitario che garantisce a Grillo 300mila euro annui dal Movimento e ha spiegato che le considerazioni del Garante sullo Statuto sono infondate e che anche il simbolo potrebbe essere cambiato senza l’avallo di Grillo. Una tesi su cui, ovviamente, il comico non è d’accordo, per cui è facile immaginare che la querelle in corso all’interno dei Cinquestelle possa avere un epilogo giudiziario. Sarà probabilmente il tribunale civile a stabilire chi ha ragione, considerando che nessuno dei due farà un passo indietro.

 

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