Stellantis, Calenda sposa la linea del governo e “convoca” gli Elkann in Parlamento
Stellantis non dice il vero. “Non c’è alcuna chiarezza sul piano per l’Italia”. Lo scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda, che sposa le critiche del governo, espresse anche ieri dal ministro Urso, sulle politiche industriali del gruppo guidato dalla famiglia Elkann, alla quale chiede di venire a riferire in Parlamento. “Ci aspettiamo che (finalmente) Elkann risponda alla convocazione della commissione del Parlamento e venga a spiegare i piani del gruppo per il nostro Paese. Fino ad oggi, tutte le promesse e garanzie da Magneti Marelli alla produzione di veicoli si sono rivelate completamente aleatorie”, aggiunge.
La rabbia di Stellantis che nega le accuse
Oggi è arrivata anche la replica del gruppo automobilistico. “In riferimento alle dichiarazioni odierne, che seguono le numerose dei giorni scorsi, Stellantis rimane concentrata sull’esecuzione del piano per l’Italia per i prossimi anni, già comunicato ai partner sindacali, che include progetti importanti come quello per Mirafiori 2030”, prosegue la multinazionale, sottolineando che “il nostro obiettivo è quello di lavorare insieme a tutte le parti interessate per affrontare i principali impatti dell’elettrificazione e della crescente concorrenza nel contesto di un mercato europeo che è ben al di sotto dei livelli pre-pandemia e che non consentirà alla produzione di tornare a crescere immediatamente come la nostra industria sta affrontando a livello globale in Europa”. Per Stellantis Italia “è essenziale che tutti gli attori della catena del valore – compreso il Governo – contribuiscano a creare le giuste condizioni per la competitività, la dinamica del mercato e anche per la tranquillità, indispensabili per realizzare la transizione epocale che la mobilità sta vivendo”.
Le accuse di Urso al meeting di Rimini
“Tocca alla Fiat assumersi la responsabilità sociale – aveva detto ieri alla kermesse di Rimini di Cl il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso – tocca a Stellantis rilanciare l’auto in Italia e noi aspettiamo una risposta da tempo. Il Governo ha fatto la sua parte, Stellantis no”. “Nel primo incontro con Tavares – racconta Urso – lui mi chiese due cose per progettare lo sviluppo dell’auto italiana per raggiungere l’obiettivo di un milione di veicoli. La prima di rimuovere l’ostacolo dell’Euro 7, e ci siamo riusciti, per questo Stellantis ha annunciato il prolungamento di alcuni modelli. Poi ci chiese un piano incentivi commisurato alla produzione in Italia e abbiamo fatto il più grande piano incentivi sull’auto, un miliardo di euro”. Così facendo, argomenta Urso, “abbiamo raggiunto questi obiettivi, ma quello del sostegno della produzione italiana non è stato raggiunto. Perché era Stellantis che doveva aumentare la produzione nel nostro Paese per rispondere alle richieste sollecitate dagli incentivi. Quindi – chiosa – il Governo ha fatto la sua parte, l’azienda no”.