Prodi re dei “rosiconi”. Festeggia su “Repubblica” i suoi 85 anni vomitando veleno sull’Italia…

10 Ago 2024 9:47 - di Leo Malaspina

E’ una tristissima festa di anti-italianità quella che oggi Romano Prodi, ormai leader del partito dei ”rosiconi”, celebra sulle colonne della sua testata amica, “Repubblica“. Il compleanno per i suoi 85 anni merita – nella sua idea di statista – una bella intervista velenosa contro il governo Meloni, l’Italia che non conterebbe nulla e la guerra in Ucraina che potrebbe allargarsi. “Mi sembra che nel Paese prevalga l’inedia, a tratti il nulla assoluto, il che ci sta relegando a un ruolo di pressoché totale irrilevanza. E anche questo non mi è di grande conforto”, dice Prodi, che si sente – da che pulpito – di mettere in guardia dal ruolo marginale dell’Italia sul fronte internazionale, di fronte ai conflitti in corso in Medio Oriente e in Ucraina. Secondo l’ex presidente della Commissione Ue urge un accordo tra Russia e Kiev ma ”nessuno accordo ci sarà fino a che non si voterà in America, e quindi è inutile farsi illusioni, almeno per i prossimi mesi”.

Le preoccupazioni di Prodi sull’Italia…

Prodi si dice preoccupato perché nel mondo ci sono ”equilibri fragili” e si rischia un ”incidente” in “una situazione di tensioni diffuse e al momento tutte prive di soluzioni a vista. Un incidente potrebbe innescare una vera tragedia. E all’incidente ci siamo già andati vicino in più di un’occasione. Ecco, quello mi preoccupa e mi angoscia, perché tra la guerra a Est che non si ferma e quella in Medioriente che cresce, la situazione internazionale non è mai stata così fragile”. Sul fronte della guerra a Gaza “se ne discute da tempo di una tregua, e ogni volta ci si spera, più che crederci. Perchè qui il rischio è che si arrivi a una tregua a Gaza quando Gaza non c’è più”. Tra il confronto Iran-Israele e la guerra Russia-Ucraina “in questi giorni sì, il fronte mediorientale è il più rischioso per tutti. Ma per gli effetti sugli equilibri internazionali è ancora la guerra tra Russia e Ucraina il terreno su cui bisognerebbe riuscire a intervenire in cerca di un accordo. Ma nessun accordo ci sarà fino a che non si voterà in America, e quindi è inutile farsi illusioni, almeno per i prossimi mesi”.

In tutto questo, secondo Prodi, l’Italia resterebbe ai margini: “Mi sembra che nel Paese prevalga l’inedia, a tratti il nulla assoluto, il che ci sta relegando a un ruolo di pressoché totale irrilevanza. E anche questo non mi è di grande conforto”. A Bologna qualche giorno fa si è riaccesa la polemica sulla matrice neofascista della strage, col coinvolgimento anche della premier Giorgia Meloni: “Purtroppo quest’anno non ho potuto esserci. Però una cosa credo che la si possa dire: rispettare le sentenze per quello che sono e per quello che dicono sarebbe doveroso, da parte di tutti, indipendentemente dal ruolo che ciascuno ricopre”.

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