“Possano soffrire in eterno”: scandalo in Francia per l’atleta olimpico e i post virulenti contro ebrei e bianchi
Mentre da noi la sinistra baccaglia su Ius soli e riconoscimenti anagrafici degli immigrati di seconda generazione, in Francia scoppia lo scandalo sul caso dei post al vetriolo di Muhammad Abdallah Kounta, l’atleta francese, specialista dei 400 metri, e che ha gareggiato nella staffetta maschile e mista 4 x 400 metri alle Olimpiadi di Parigi 2024. Lo sportivo finito nella bufera segnalato dall’account X SwordOfSalomon per diversi tweet, pubblicati tra il 2021 e l’agosto 2024, che incitano all’odio contro Israele e sentenziano sugli israeliani definiti «assassini di bambini».
Bufera su Kounta, scandalo in Francia per i post e i tweet dell’atleta olimpico
Di più: il corridore transalpino, nato e cresciuto in Francia, e che in qualità di atleta olimpico dei 400 metri ha partecipato alle recenti gare di Parigi con le insegne transalpine – tanto da immortalarsi in una storia su Instagram avvolto nel tricolore d’oltralpe – si è rivelato a suon di tweet, post e stories, un simpatizzante di Hamas che non sopporta i bianchi, gli ebrei e i cattolici. E ora, tra sconcerto e indignazione, sono in corso le denunce.
Un simpatizzante di Hamas che non sopporta i bianchi, gli ebrei e i cattolici
Il caso desta scalpore e inquietudine: e da Le Figaro a Le Parisienne, tutte le principali testate locali lo rilanciano tra sgomento e narrazione politically correct mirata a mitigare l’onda d’urto della rivleazione. Un sito in particolare, però, quello di Ouest France, segnala intanto che «Muhammad Abdallah Kounta è stato sospeso dalla Federazione francese di atletica leggera (FFA), ha rivelato mercoledì 14 agosto Amélie Oudéa-Castéra su X. Il ministro dello Sport e dei Giochi Olimpici e Paralimpici, che denuncia «osservazioni tanto scioccanti quanto inaccettabili», aggiunge anche che André Giraud, presidente della FFA, ha contattato il pubblico ministero e la commissione disciplinare della Federazione».
Scandalo Kounta, denunce e azioni disciplinari in corso
Sugli aspetti disciplinari sportivi e le conseguenze penali delle denunce, si vedrà: ora però, c’è da riflettere sulle dichiarazioni social dell’atleta olimpico che hanno destato scalpore e scatenato una tempesta mediatica che si aggiunge alle infinite polemiche che hanno segnato questa edizione parigina dei Giochi olimpici. E allora vediamo cosa è emerso spulciando i social dello sportivo che, da parte sua, va detto, poco prima dell’ufficializzazione della sua sospensione, si è scusato sul suo account X, dopo averlo cancellato per un po’.
Kounta, ecco i post e i tweet “incriminati”
Vediamo allora cosa ha postato Kounta– e che chi di dovere ha opportunamente registrato con tanto di screenshot – e che è stato segnalato dall’account X SwordOfSalomon per diversi post e tweet esplicitamente antisemiti, anti-cristiani e contro i bianchi. Una serie di dichiarazioni violente che ora, oltre all’espulsione dalla nazionale francese, potrebbero anche causargli segnalazioni penali alla Procura. Dunque, tra le sue frasi salta agli occhi l’apologia dei terroristi di Hamas del 7 ottobre. Così come non mancano alcuni veementi passaggi della Sunna incitanti all’odio contro l’Occidente.
Parole che incitano all’odio ed esaltano le “gesta” di Hamas nel massacro del 7 ottobre
Tutto, naturalmente, dopo essersi detto orgogliosamente «musulmano, francese e fiero». Materiale che l’atleta ha ben pensato di occultare sotto il tappeto, cancellando il suo account. Una fatica inutile, visto che SwordOfSalomon, noto per il suo impegno a favore di Israele, ha preso degli screenshot per evidenziare un “filo” conduttore: ossia una successione di pubblicazioni che formano un tutt’uno. Torniamo allora a martedì sera, quando sono state rinvenute le dichiarazioni finite nel mirino, trasmesse su X dallo specialista dei 400 metri presente ai Giochi Olimpici di Parigi.
«Si comportano in modo degno di Auschwitz»
E poco conta, a questo punto, che di fronte alla controversia Muhammad Abdallah Kounta si sia scusato questo mercoledì. Verba volanti, e scripta – specie sul web – manent… E allora ecco spuntare dalla memoria digitale dichiarazioni come: «Possa Allah concedere il grado più terribile e orribile dell’inferno ai sionisti e ai loro sostenitori (…) Possano soffrire per l’eternità». O anche: «Si comportano in modo degno di Auschwitz».
Un tripudio di intolleranza e astio
Aggiungendo tra l’altro: «Io che guardo i (conti) dei miei abbonamenti su Instagram per verificare che nessuno sostenga Israele»… E queste, riportate dai media francesi, sono solo alcune delle virulente farneticazioni pubblicate o rilanciate da Muhammad Abdallah Kounta, che tra le altre cose, ritiene anche che «un uomo che lascia che sua moglie vada da un ginecologo non ha dignità». Poi, il tripudio di intolleranza e astio: «O voi credenti! Non prenderete ebrei e cristiani come alleati: sono alleati l’uno dell’altro. E chi di voi li prende come alleati diventa uno di loro. In effetti, Allah non guida le persone ingiuste», si legge in un tweet pubblicato il 26 dicembre 2021.
Dall’odio per gli ebrei all’esaltazione dell’obbligo del velo
E c’è di più. Nel 2021 l’atleta francese si lanciava nell’esaltazione del velo della donna o, meglio, dell’obbligo di indossare il velo, citando una delle Sure del Corano, il versetto 59 che recita: «Disobbedienza agli ordini di Allah e del suo Messaggero». Il 7 ottobre, poi, piovono a scroscio parole di esaltazione del massacro di Hamas, affidato alla condivisione di messaggi che dipingono i terroristi palestinesi come “misericordiosi”, contrapposti ai “carnefici” israeliani. Ce ne sarebbe già abbastanza, ma Kounta non si è accontentato. E tanto meno zittito.
I post di derisione durante le giornate delle Olimpiadi
Tanto che, finanche durante il periodo olimpico e poche ore prima che scoppiasse il caos e che venissero scoperti i suoi messaggi del passato, l’atleta si è profuso in osservazioni e commenti beffardi che ironizzavano sardonicamente sulle misure di sicurezza messe in atto per la delegazione israeliana durante le Olimpiadi di Parigi. «Al Villaggio Olimpico», ha scritto questa volta direttamente, accompagnando il post con emoji che piangono e ridono, «tutti gli edifici erano spalancati. Potevi entrare come volevi. Tranne che per un unico edificio monitorato dal GIGN (il Groupe d’intervention de la Gendarmerie nationale, un corpo di elìte paragonabile ai Gis dei Carabinieri). Ti lascio indovinare quale»…
C’è anche spazio digitale per post anti-francesi…
Allo stesso modo Muhammad Abdallah Kounta ha ripubblicato un tweet che mostra un disegno di atleti israeliani che portano la loro bandiera, le armi in mano, e i loro abiti sportivi macchiati di sangue. L’immagine è accompagnata da una frase: «Bandiamo gli assassini di bambini dalle Olimpiadi». Infine, non ancora pago, il corridore ha trasmesso pubblicazioni sull’X antifrancese, che qualificano la Francia come un «Paese di razzisti degenerati». Lui stesso soprannomina la Francia “soufFrance” …
Il caso e le segnalazioni
Un fascicolo che sembra destinato a diventare un faldone, quello sul caso appena esploso oltralpe. Ma tutto questo non è passato inosservato, e la prima reazione è arrivata dal consigliere regionale dell’Île-de-France, Patrick Karam, braccio destro di Valérie Pécresse, il quale ha dichiarato che «i commenti di Muhammad Abdallah Kounta sono inaccettabili e meritano le sanzioni più pesanti». Per questo motivo, prosegue Karam, sono state inviate le segnalazioni alla Federazione francese di atletica e al suo presidente che, come scrive il consigliere, «faranno denuncia al pubblico ministero (articolo 40 CPC) ai fini dell’azione penale. Lo sospenderanno immediatamente e lo deferiranno alla commissione disciplinare per allontanarlo definitivamente».
Poi arrivano le scuse del corridore francese…
Intanto, una volta scoppiato il caos, Kounta non ha potuto esimersi dallo scusarsi su Instagram, scrivendo: «Le persone si sono divertite a scavare tra i miei tweet e a prendere alcuni dei miei commenti fuori contesto, creandomi la reputazione di anti-bianco, anti-Francia, antisemita e così via. Mi scuso sinceramente se qualcuno si è sentito offeso. Sono contrario ai genocidi e a qualsiasi forma di razzismo o ingiustizia. E penso di non aver bisogno di dimostrare quanto amo il mio Paese. I presenti allo Stade de France potranno testimoniarlo». Ma indossare la bandiera a mantello o sventolare i successi sportivi difficilmente potranno bastare a tamponare l’ondata di indignazione e choc che le sue parole vergate online stanno sollevando…