Ora il portaborse di Ilaria Salis fa il martire e si paragona a Matteotti. Scatta il soccorso rosso

24 Ago 2024 15:04 - di Luisa Perri
Portaborse Salis, Matteotti

Ora Mattia Tombolini fa il martire, rosso, s’intende: il nuovo portaborse dell’europarlamentare Ilaria Salis, ancora irreperibile tra i boschi di non si sa quale montagna, reagisce sui social alle accuse che gli stanno piombando addosso. E lo fa con un messaggio neanche troppo subliminale, mostrando su Facebook la biografia di Giacomo Matteotti, personalità simbolo e martire dell’antifascismo. L’equazione è facile: io sono come Matteotti, lascia intendere Tombolini.

Mattia Tombolini si sente come Giacomo Matteotti

Una semplificazione giornalistica? Neanche troppo. Se è vero che il libro postato è della Momo, casa editrice dello stesso Tombolini, non sfugge che il libro non sia appena uscito. La presentazione di “Essere tempesta” di Valerio Renzi, è avvenuta a maggio, oltre tre mesi fa: ripescarlo ora ha un significato ben preciso. “Un libro – recita la quarta di copertina – per riscoprire la figura di Matteotti, Tempesta come lo chiamavano i compagni di lotta e di partito, e i suoi ideali di giustizia sociale e fratellanza”.

Il portaborse della Salis e l’odio social

Un invito alla “fratellanza” che, per Tombolini, non riguarda i poliziotti, il presidente del consiglio e gli esponenti di centrodestra. L’editore reatino, condannato a 4 mesi in primo grado per diffamazione di un esponente di Fratelli d’Italia, vanta sui social messaggi tutt’altro che pacifici. Tra foto di poliziotti manganellati e like alla sagoma di Giorgia Meloni bruciata, accompagnata dall’invito “Brucia, str…”. Tipico messaggio sociale di “fratellanza”.

La sinistra, come al solito in questi casi, fa finta di vedere i compagni che sbagliano. Addirittura è scattato il “soccorso rosso”. La spiegazione che è stata addotta è che la sagoma che brucia è un rito carnevalesco. Niente di serio. Il parlamento europeo, invece lo è. Ecco perché, come hanno ricordato in più occasioni gli esponenti di Fratelli d’Italia, che un personaggio simile venga pagato dai contribuenti non è solo improponibile ma anche scandaloso.

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