Mostra del cinema di Venezia, Mastandrea torna regista e si racconta: la fragilità è una virtù preziosa
“La fragilità non è un limite, ma un’opportunità, “un valore puro” per scoprire la parte migliore di sé. Valerio Mastandrea, in un’intervista con Adnkronos, racconta il suo nuovo film Nonostante, in cui torna a vestire i panni di interprete e regista sei anni dopo Ride. Il film, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, inaugura il concorso ‘Orizzonti’ e arriverà nelle sale a marzo 2025. “Era forte il desiderio di raccontare una storia emozionante, e l’amore è stato l’elemento che ci è venuto più spontaneo. Volevamo narrare una storia d’amore, uno dei temi più complessi da affrontare, perché ognuno di noi ne ha vissuta una. Ci sono tanti film capolavori sull’amore, ma è anche il pane quotidiano dell’essere umano. L’amore, l’odio, la vendetta sono tutti grandi temi da raccontare. Così abbiamo deciso di scrivere una bella storia d’amore”, spiega Mastandrea.
Mostra del Cinema, Mastrandrea racconta il suo nuovo film
Il film segue la vita di un uomo che vive serenamente in ospedale, confortato dalla sua routine priva di responsabilità. Tuttavia, l’arrivo di una nuova paziente irrequieta sconvolge la sua tranquillità, costringendolo a confrontarsi con le proprie emozioni e con il tema della morte. “Tanti film parlano della morte. C’è sempre la morte, perché se un film parla della vita, come il nostro, non si può prescindere dal racconto della morte. Che comunque minaccia e aleggia intorno a noi. Questo non è un film su un limbo, un purgatorio, un paradiso, un inferno. Il contesto in cui l’abbiamo ambientato è molto metaforico”.
L’ospedale è la metafora dell’immobilità
L’ospedale, spiega Mastandrea, “è una metafora, la condizione è metaforica.