“Liberate le donne afghane”: squalificata l’atleta di Kabul. La burocrazia vince sugli orrori talebani (video)
Mostra la scritta ‘Donne afghane libere’ e viene squalificata dalle Olimpiadi di Parigi 2024. La 21enne afghana Manizha Talash, in gara nella breakdance ai Giochi, ha indossato un mantello con la scritta ‘Free Afghan Women’. La World DanceSport Federation, l’organo che gestisce la disciplina, ha sancito la squalifica dell’atleta del team dei rifugiati “per l’esposizione di uno slogan politico” prima della sua prova nella competizione femminile. E’ l’articolo 50 del regolamento olimpico a prescriverlo. La burocrazia diventa cieca di fronte al dramma delle donne afghane, private di ogni diritto, lapidate, abbandonate a un destino infame nelle mani dei talebani dopo il ritiro indecoroso dell’America di Biden dall’Afghanistan. La medaglia d’oro della libertà e del coraggio l’ha vinta lei, sfidando i talebani per mandare un messaggio forte a tutti. (il video dell’esibizione)
Il regolamento “dimentica” il dramma delle donne afghane
In queste Olimpiadi si può fare tutto: prendere in giro i valori cristiani, difendere i diritti di tutti e di tutte, dare l’idea dell’inclusione, ma difendere le donne che stanno dopportando le pende dell’inferno in Afghanistan no. E’ il regolamento bellezza! L’atleta di breakdance, Manizha Talash , 21enne di Kabul, è una di quelle ragazze riuscite a fuggire dall’orrore e trasferitasi in Spagna. E’ stata sconfitta nella sfida pre-qualificazione dall’olandese India e poi ha esibito sulle spalle una stola azzurra con la grande scritta. La sua avversaria, l’olandese India Sardjoe, ha applaudito. “Non ho lasciato l’Afghanistan perché ho paura dei talebani o perché non posso vivere lì. Me ne sono andata perché voglio fare il possibile per le ragazze afghane, per la mia vita, per il mio futuro, per tutti”, ha detto l’atleta.
“Donne afghane libere”: e Manizha Talash viene squalificata
Le Macroniadi hanno depennato l’Afghanista dalle carte geografiche. I diritti umani delle donne negati non fanno breccia nella rigida burocrazia dei Giochi. Epperò il coraggio è da medaglia d’oro. Anche perché il gesto di ribellione e libertà di Manizha giunge a una settimana da un’altra azione dimostrativa. Anche questa entrata negli annali dei Giochi Olimpici 2024: la scritta esibita sul pettorale dalla velocista Kimia Yousofi, rifugiata in Australia dal 2021, che ha gareggiato nei 100 metri femminili per l’Afghanistan, arrivando però ultima. Pur non essendo stata protagonista della gara per il risultato negativo, l’atleta lo è diventata comunque per il coraggioso gesto di esporre sul pettorale le scritte “Education” (“Educazione”) e “Our rights” (“I nostri diritti”). Richiamo mai del tutto superfluo alla condizione di oppressione e assenza di libertà in cui sono costrette a vivere le donne afghane, comprese le atlete. Richiamo superflui forse solo all’ombra della tour Eiffel.
Chi è Manizha Talash
La giovane breakdancer, Manizha, fa parte della squadra olimpica dei rifugiati. E’ di Kabul, ma per praticare la sua passione, la breakdance, la danza proibita, è stata costretta a lasciare il suo paese nel 2021, dopo il ritorno al potere dei talebani che hanno messo al bando la musica e il ballo, oltre a bandire la scuola e le palestre per le ragazze. Manizha si è trasferita prima in Pakistan poi in Spagna. Talash non è il suo vero nome, è uno pseudonimo per proteggersi dalle minacce contro di lei. Nel 2020 ha conquistato il diritto a partecipare alle Olimpiadi, ma non sotto la bandiera del suo paese. “Volevo mostrare al mondo che tutto è possibile” , ha spiegato la B-girl dopo la gara.