“Lascito per italiani e lodigiani”: per la sinistra è discriminazione. Esplode il caso

18 Ago 2024 11:30 - di Francesco Filipazzi

Una signora lascia due appartamenti al Comune, specificando che i proventi della loro vendita devono essere usati per cittadini italiani e lodigiani bisognosi. La questione finisce in Consiglio comunale, per deliberare l’accettazione del lascito. Ed esplode il caso politico dell’estate.

Siamo a Lodi, città capoluogo di provincia lombardo, dove dopo alcune settimane la polemica fra maggioranza di centrosinistra e opposizione di centrodestra non accenna a placarsi e anzi si gonfia sui giornali nazionali fino ad arrivare a Rete4. La tesi della maggioranza, che ospita anche fazioni di “sinistra-sinistra”, come Lodi Comune Solidale, è che il testamento non può essere interpretato in modo discriminatorio e quindi i proventi, valutati in 300mila euro, non possono essere destinati solo ai destinatari del testamento. Non ci sta l’opposizione, che sottolinea lo specifico riferimento ai “lodigiani” amati dalla cara estinta.

«La benefattrice merita gratitudine da parte delle istituzioni che hanno il dovere, anche morale, di rispettare rigorosamente le sue volontà inequivocabili ed espressione dei suoi valori – affermano Giulia Baggi ed Elisa Gualteri per la segreteria di FdI – : non si tratta di avere visioni differenti tra destra e sinistra, ma il tema è la necessità, protetta dalla legge, di rispettare la volontà della testatrice, che non ha voluto certamente riferirsi a tecnicismi che riguardassero cittadinanza e l’anagrafe, ma a ciò che le veniva dal cuore, ovvero un affetto per chi abita da tempo questa città ed è in stato di bisogno”.

La vicenda è stata al centro anche di un dibattito su Rete4, dove Marco Rizzo ha accusato il Pd e il sindaco di Lodi di aver creato il caso artificiosamente. “Questo sindaco si trova una signora che lascia dei soldi per i bisognosi e specifica italiani, ma non dice di razza bianca” e dunque “bisogna costruire questi casi” per via del politicamente corretto. Il caso comunque non accenna a placarsi e alla ripresa dei lavori consiliari di settembre si prevedono scintille.

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