Landini riacquista “miracolosamente” la parola contro una manovra che non c’è. La giornalista lo fa a pezzi (video)
Il copione logoro di Maurizio Landini è come una vecchia commedia che più o meno da Ferragosto mette in scena ormai da anni: chiamare la piazza e incendiare gli animi contro una manovra economica che ancora non c’è. Gettare benzina sul fuoco in un momento di difficoltà rispetto a uno scenario internazionale preoccupante è da irresponsabili. Ma più di questo preme sottolineare la comicità del leader della Cgil che riacquista miracolosamente la parola. Dopo avere fatto scena muta su un fronte ben più grave: il ridimensionamento di Stellantis annunciato appena una settimana fa. Afasia, mutismo, la Cgil non è pervenuta su quessto tavolo drammatico. Per fortuna in America non hanno la Cgil e Landini. E i sindacati si sono subito mobilitati, hanno subito dato l’altolà a Tavares. Costringendolo a volare negli Usa.
“Il mutismo selettivo” di Maurizio Landini
Da noi la Cgil applica invece “il mutismo selettivo”. Landini è preso in giro da vari membri del governo. “L’ultima sua uscita è stata per la chiamata alla piazza rossa da quel di Reggio Emilia alla festa dell’Unità: contro una manovra che non c’è ancora neanche in bozza. Pure veggente”. Lo dichiara Lino Ricchiuti, vice responsabile del dipartimento Imprese e monti produttivi di Fratelli d’Italia. Il leader della Cgil sembra un vecchio attore chiamato a interpretare quella esilarante commedia del 1951, “Lo stesso giorno il prossimo anno”: che narra della relazione adulterina di una coppia felicemente sposata, che si incontra una sola volta l’anno, lo stesso giorno. Così Landini. Una volta l’anno c’è l’appuntamento fisso con la chiamata all’autunno caldo. Recitando un copione frustro.
Il fallimento delle politiche sindacali della Cgil
Soltanto con il centro destra al governo urla che gli stipendi sono fermi da più di 15 anni. Ha scoperto il precariato, la perdita di potere di acquisto, ha scoperto il salario minimo (da sempre contrario) ed il lavoro nero”. “Bravo Landini! Caffè?”, si burla FdI.
Landini tace sui licenziamenti di Stellantis
Stellantis, il gruppo degli Elkann (Agnelli) in mano ad Exor che ha ereditato la vecchia Fiat, manda a casa e in cassa integrazione quindicimila operai e dipendenti. Ma nel contempo dà 36 milioni di euro di stipendio al suo amministratore delegato, Carlos Tavares, e 4 milioni di compenso al rampollo della famiglia, Jonn. Ebbene, Landini è rimasto muto. A stigmatizzare il fallimento delle sue politiche sindacali non sono solo membri delal maggioranza di governo. Ascoltare l’intervento di Simona Branchetti, giornalista e opinionista autorevole e sobria, per credere. Con poche parole stronca la nuova, inutile loquela di Landini. “Le sue iniziative sono sconfessate anche dal suo stesso collega sindacalista della Cisl che prende sempre più le distanze”. Incalza la giornalista: “Il vero fallimento sono state le politiche sindacali che non sono state in grado di portare avanti nessuna delle le lotte, in vent’anni di sindacalizzazione dei lavoratori. Pertanto, la “chiamata alla piazza di Landini” è un’ammissione di colpa”.
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