La dieta di Tamberi e la lite con Bassetti: “Dimagrire elimina i calcoli”, “Grande campione ma non faccia il medico”
La dieta lampo di Marco Tamberi, colpito da calcolosi renale domenica 4 agosto, per tentare di essere competitivo in extremis a Parigi e difendere l’oro conquistato a Tokio, fa discutere. Si è acceso un dibattito tra il campione del salto in alto e alcuni medici sulla qualità della dieta e sulle cause della calcolosi, con un botta e risposta interessante.
La tesi di Tamberi sulla dieta
L’ormai ex campione olimpico, stoico nel tentativo di difendere l’oro e costretto ad arrendersi a una misura bassa per le sue condizioni fisiche è stato messo sotto accusa per il dimagrimento che lo ha visto arrivare a Parigi con appena il 3.3% di massa grassa. Una condizione portata all’estremo, e sotto stretto controllo medico, per ottimizzare le prestazioni in un appuntamento così importante.
Tamberi ha risposto duramente a chi sottolineava questo aspetto: “Giusto per dare qualche informazione in più a chi scrive senza informarsi… È l’aumento di peso che porta ad un maggiore rischio di coliche renali non la perdita di peso”, ha scritto il saltatore in un post sui social.
E subito sono scattate le reazioni di alcuni medici, uno dei quali assai famoso, Marco Bassetti.
Bassetti: “Dice cose sbagliate, anche il dimagrimento provoca calcoli”
Il primario genovese ha risposto subito all’oro di Tokio: “Ho tifato come tutti gli italiani per Tamberi e mi spiace per i problemi medici che hanno compromesso la sua olimpiade. Tuttavia quando un atleta si improvvisa medico, dicendo che è solo l’obesità che può provocare calcoli ai reni, invade un campo non suo. Una perdita rapida di peso può favorire la comparsa dei calcoli renali”.
“La perdita di peso implica anche una perdita di acqua e può determinare maggior rischio di calcolosi renale per la minore possibilità di eliminare le scorie e far precipitare i cristalli che determinano la comparsa dei calcoli stessi”, ha aggiunto Bassetti che ha voluto ribadire la sua stima per l’atleta azzurro.
Anche l’immunologo Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione all’Università Lum, è intervenuto sulla vicenda: “Pur non conoscendo nei dettagli il regime alimentare seguito dall’atleta, c’è da credere che il suo profilo dietetico sia stato pressoché esclusivamente impostato su matrice proteica, in totale assenza di grassi, con l’aggiunta di pratiche che possono aver favorito un progressivo processo di disidratazione“.