E’ morto Agostino Cordova, fu il primo Pm a occuparsi dei rapporti tra mafia e massoneria

10 Ago 2024 14:55 - di Giulio Fioretti
Cordova

E’ morto a 88 anni Agostino Cordova, che fu procuratore della Repubblica di Palmi e Napoli e che fu il primo magistrato ad occuparsi, con inchieste che fecero scalpore, sui rapporti tra mafia e massoneria. Entrato in magistratura nel 1963, è stato pretore a Reggio Calabria, prima al penale e poi al civile, fino al 1970, per poi passare al Tribunale, dove è stato componente il collegio per cinque anni.

Quindi il passaggio all’Ufficio istruzione, dove è rimasto fino al 1980. In quel periodo, ha istruito importanti processi contro le cosche della ‘ndrangheta tra cui quello contro il gruppo cosiddetto ”dei 60” capeggiato da Paolo De Stefano, ucciso in un agguato a Reggio Calabria nell’ottobre del 1985. Il processo si concluse con la condanna di buona parte degli imputati.

Le inchieste di Cordova su mafia e massoneria

Nel 1992 il procuratore di Palmi Agostino Cordova avviò una inchiesta sui rapporti tra ‘ndrangheta e massoneria, e chiese al Grande Oriente d’Italia gli elenchi dei massoni calabresi. Allora c’era Giuliano Di Bernardo a capo del GOI(Il Grande Oriente d’Italia). Di Bernardo mostrò un atteggiamento collaborativo, nonostante le pressioni interne, perché si convinse che il lavoro di Cordova era fondato su elementi concreti.

Cordova aprirà un’inchiesta in concomitanza con le elezioni politiche del 1992 e metterà sotto inchiesta alcuni big della politica calabrese, come l’allora sottosegretario socialista Sandro Principe, chiedendone l’arresto(respinto dalla Camera).

L’inchiesta sull’inquinamento delle logge e le infiltrazioni ‘ndranghetistiche metterà a soqquadro la massoneria calabrese e italiana ma si concluderà con un nulla di fatto.

La sconfitta contro i massoni in tribunale

Cordova fu condannato, il 2021, dalla seconda sezione civile del tribunale di Reggio Calabria a rifondere le spese legali nella causa per diffamazione intentata contro il Grande Oriente d’Italia e una giornalista del Dubbio.

Il magistrato chiedeva un risarcimento danni in relazione alla pubblicazione del 13 aprile 2017 sul Dubbio di un articolo dal titolo “Dopo 25 anni crolla il teorema Cordova” che, secondo il magistrato, “sarebbe stato gravemente diffamatorio”.

Il trasferimento a Napoli e la bocciatura alla Dda

Alla scadenza del mandato a Palmi, Cordova concorse per la guida della Direzione nazionale antimafia ma senza successo e successivamente, nel luglio del 1993, fu nominato procuratore capo a Napoli. Nel capoluogo partenopeo condusse alcune inchieste importanti contro la camorra ma non mancarono i problemi. Il Csm lo trasferì per incompatibilità ambientale in Cassazione ma il magistrato vinse il ricorso al Tar. Oggi la notizia della dipartita.

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