A Bari si restringe già il “campo largo”: i Cinquestelle si rifiutano di entrare nella giunta
A Bari il “campo largo” si è già ristretto. Il Movimento 5 stelle esce dalla maggioranza, disconoscendo l’assessore alla Legalità Raffaele Diomede. E per il sindaco Vito Leccese, che ha presentato la giunta praticamente dopo due mesi dalle elezioni, i guai non finiscono mai.
Il gran rifiuto dei Cinquestelle a Bari
“All’interno della nostra famiglia del Movimento 5 Stelle Bari, qualcuno ha confuso il confronto con l’autoritarismo, ponendosi in antitesi sia con i principi fondanti del Movimento ma anche con quanto fortemente voluto dal presidente Conte in tema di meritocrazia e valorizzazione degli eletti”. E’ quanto si legge sulla pagina Facebook del Movimento 5 Stelle Bari, una critica mossa ai vertici del partito locale per aver scelto Raffaele Diomede come assessore nella giunta Leccese, anziché uno dei due eletti.
“Siamo altresì consapevoli – si legge ancora – che vada comunque tutelata l’integrità del campo progressista, che a Bari abbiamo costruito con tanta fatica e che ha portato alla vittoria del sindaco Leccese, integrità purtroppo minata da queste dinamiche interne al Movimento che prima di ogni cosa va corretta. L’impegno del nostro gruppo consiliare è quello di favorire l’interlocuzione leale e il dialogo con il sindaco e la sua giunta”.
Il Movimento dice no a Leccese
La chiosa specifica che la nomina del sindaco non riguarda il Movimento che, pertanto, si ritiene fuori dalla giunta comunale: “Oggi – conclude la nota dei pentastellati apparsa sui social – a difesa del nostro presidente Giuseppe Conte, del Movimento 5 Stelle e nel rispetto di tutte le persone appartenenti allo stesso che la pensano come noi, che sono attivisti o semplici sostenitori, per colpa di qualcuno che non siede in Aula Dalfino, il M5s non può, per ora, poter dire di appartenere alla maggioranza che governa la nostra città”.
Un ennesimo problema per il successore di Antonio Decaro che già aveva dovuto sostituire un assessore indicato da Avs, per alcune frasi offensive dette sul Papa.