Scalfaro non sopportava Berlusconi. Le rivelazioni di Lamberto Dini trent’anni dopo il ribaltone
Oscar Luigi Scalfaro non agì da Presidente della Repubblica con l’imparzialità richiestagli dalla Costituzione ma fece di tutto per far cadere il governo Berlusconi e per stoppare l’avvio del procedimento per la separazione delle carriere dei magistrati. Dopo le rivelazioni del cardinale Camillo Ruini, all’epoca a capo della Cei, arrivano quelle di Lamberto Dini che fu il premier del governo tecnico nato dopo il ribaltone all’esecutivo di centrodestra.
“Scalfaro manifestava ostilità contro Berlusconi”
In un’intervista concessa al Corriere della Sera, Dini afferma che: “Quando il presidente parlava di Silvio Berlusconi avvertivo una forte ostilità nei suoi confronti. Non ne ho mai capito il motivo -dice- e siccome lui non me lo ha mai spiegato, non mi sono mai spinto a chiederglielo”.
“Berlusconi – riprende Dini – allora era soggetto a pressioni da parte dei suoi alleati: Gianfranco Fini voleva tornare subito alle urne perché convinto che il centrodestra avrebbe rivinto. Ma il presidente Scalfaro non accettava di rimandare il Paese al voto nove mesi dopo l’inizio della legislatura: fu lui a suggerire la creazione di un governo di transizione”.
“Accettai su invito del cavaliere”
Proprio Lamberto Dini, che era ministro del Tesoro nel primo governo Berlusconi, diventerà il capo dell’esecutivo che durerà quindici mesi. L’ex premier racconta la telefonata con il cavaliere che gli disse di accettare l’incarico: “Fu lui (Berlusconi) a telefonarmi per dirimi Lamberto, tocca a te”, rivela il politico toscano, oggi novantatreenne.
Le pressioni del Quirinale per bloccare le riforme sulla magistratura
Scalfaro esercitò un ruolo da sistema presidenziale anche nel governo Dini come racconta il diretto interessato: “Il presidente volle darmi alcuni suggerimenti. In particolare insistette per Susanna Agnelli , ‘Sarebbe un ottimo ministro degli Esteri’, mi disse. E io accettai. Cosi, quando arrivai in Parlamento per chiedere la fiducia, mi rivolsi alla parte che mi aveva proposto come presidente del consiglio, chiedendo il loro sostegno. Ma Berlusconi, che si sentiva intrappolato, decise di astenersi”.
Lamberto Dini, di estrazione liberale, aveva in mente di affrontare il tema della separazione delle carriere dei magistrati ma ricevette un brusco stop dall’allora inquilino del Quirinale: “Mi disse, ‘Il tuo è un governo di programma. Non sei in condizione di affrontare problemi di questa portata che richiedono tempo’ e così mi fermai”.