Saviano ospite del manager arrestato per mafia. Ma per sua fortuna non è un intellettuale di destra

12 Lug 2024 13:33 - di Sveva Ferri
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C’è un legame tra Roberto Saviano e la vasta operazione antimafia che martedì ha portato all’arresto di 18 persone e al sequestro di beni per 130 milioni. Fra gli indagati, insieme a nomi del calibro dei figli dei boss Nicoletti e Senese, c’è anche il manager musicale Angelo Calculli. Calculli, che è stato posto ai domiciliari, era fino al momento dell’arresto il direttore artistico della rassegna culturale di Matera “Fuori dal Comune”. Alla quale era prevista anche la partecipazione di Roberto Saviano con la rappresentazione “Appartenere”. Questo fa di Saviano un colluso con i clan o con persone che sono indagate nell’ambito di un’inchiesta di mafia? Ovviamente, no. Ma il punto è: se in una circostanza del genere si fosse trovato un intellettuale di destra, quali trame nero-mafiose sarebbero state costruite?

Le accuse nei confronti di Calculli

Secondo l’accusa, avvalendosi della partecipazione di numerosi soggetti appartenenti agli ambienti della criminalità autoctona romana e di matrice camorristica, sarebbe stata creata una complessa rete di società “cartiere” intestate a prestanome attraverso le quali riciclare ingentissime somme di denaro proveniente dai clan campani. In questo contesto sono emerse le figure del produttore cinematografico Daniele Muscariello, nella veste di fiduciario degli stessi clan, e di Calculli, che con gli altri indagati risulta gravemente indiziato di associazione a delinquere con aggravante mafiosa finalizzata a estorsione, usura, possesso di armi, fittizia intestazione di beni e riciclaggio di proventi illeciti.

I puntini che legano Saviano all’inchiesta per mafia (ma che non significano niente)

Dopo l’arresto di Calculli, la società di eventi che organizza la rassegna e che è totalmente estranea ai fatti ha annunciato la sospensione del festival. Dunque, anche la tappa di Saviano, prevista per il 27 luglio, salterà. Restano i contatti e gli accordi intercorsi, che se fossero letti con la lente criminalizzante e complottista applicata abitualmente alla destra potrebbero facilmente valere paginate cartacee e televisive di fango. Del resto, solo per fare qualche esempio, ne abbiamo viste per foto fatte in contesti pubblici in cui il malcapitato politico non poteva sapere con si stesse facendo ritrarre; per antichi e rescissi legami familiari; per incontri fortuiti con personaggi di cui solo anni dopo sarebbero emerse attività illecite. Invece, in questo caso le cronache di quelle stesse testate molto inclini a mettere insieme i puntini, anche quando sono distantissimi, restituiscono solo il rammarico per la mancata esibizione dello scrittore. Ed è giusto, corretto, onesto che sia così. Sarebbe bello, però, che lo fosse sempre.

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