Picchiano le figlie, genitori rom assolti perché “in quel contesto è normale”. FdI: inorriditi, intervenga Nordio

13 Lug 2024 16:39 - di Angelica Orlandi

“Assolti due genitori rom che picchiavano le figlie. Perché calci e schiaffi sono, secondo i giudici, l’unico modo per garantire ordine e disciplina, visto che la violenza è un connotato dei campi rom. “E’ una sentenza aberrante e paradossale. Chiedo formalmente che il ministro della Giustizia mandi gli ispettori“. Così Paola Ambrogio, senatore di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Infanzia e adolescenza, ha commentato la sentenza della Corte di Appello di Torino.Tra le prime ad intervenire diffondendo un duro comunicato. Una madre di 44 anni e un padre di 54 anni, residenti in un campo rom di Torino, sono stati assolti dall’accusa di maltrattamenti sulle loro due figlie. La sentenza della Corte d’appello del capoluogo piemontese è arrivata dopo che, in primo grado, moglie e marito erano stati condannati a due anni e sei mesi di carcere. Tra le ragioni che hanno portato i giudici ad assolvere i due, c’è quella del contesto degradato nel quale vive la famiglia.

Ambrogio: precedente pericoloso. Nordio mandi gli ispettori

“E’ un fatto gravissimo – continua Ambrogio – e un precedente pericolosissimo: da un lato si certifica che i campi rom sono un contesto in cui la violenza è all’ordine del giorno, dall’altro si sdogana la violenza contro donne e bambini proprio perché in quel contesto è normale. Mentre la prima non è una notizia, se non per la sinistra; la seconda è una potenziale bomba sociale. C’è il rischio che si legittimi la violenza e gli abusi di un popolo che rifiuta sistematicamente qualsiasi percorso di integrazione. E rimane, volontariamente, ai margini della società in vere e proprie zone franche. Che questo sia avallato dal nostro sistema giudiziario è intollerabile, auspico provvedimenti immediati”.

La sentenza di Torino: “Percosse unico strumento disponibile”

Nelle valutazioni che hanno portato alla sentenza di assoluzione, viene rilevato inoltre come solo la madre si dedicasse alla cura delle figlie. Ma lei stessa era vittima delle percosse del marito. Inoltre, l’elevato numero di figli «in tenera età e alla relativa fisiologica esuberanza» avrebbero contribuito ad alimentare il disagio. Dal quadro emerso si evince anche che, «gli imputati – al bisogno – considerassero il metodo delle percosse quale unico strumento disponibile per garantire ordine e disciplina in seno alla famiglia e nei rapporti tra le bambine».

Bellucci: sentenza aberrante che annulla anni di battaglie

Una sentenza inquietante. “Rimango esterrefatta e inorridita dinnanzi alla sentenza della Corte di Appello di Torino”. Lo dichiara in una nota Maria Teresa Bellucci, Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. “Il giudice sembra aver motivato la decisione di non condannare la coppia, accusata di calci, pugni e schiaffi verso le due bambine, per il fatto che la famiglia viveva in un campo rom dove la violenza è un connotato” “E’ una sentenza aberrante – prosegue – che può creare dei precedenti molto gravi per la nostra giurisprudenza. E che va ad annullare anni e anni di battaglie politiche e sociali per la tutela dei diritti dei minori, delle donne e delle minoranze etniche”.

Kelany (Fdi): “Giudici di Torino cedono all’ideologia”

“Non è la prima volta che vediamo penetrare l’ideologia nei giudizi di alcuni magistrati, che hanno giustificato violenze familiari sulla scorta del fatto che i modelli culturali di riferimento fossero diversi, come nel caso di violenze su donne commesse da musulmani. Non è accettabile ritenere che donne e bambini abbiano meno diritti se sono musulmani o rom”. È il commento dell’onorevole di Fdi Sara Kelany, responsabile del dipartimento immigrazione del partito, che sottolinea l’ennesimo cortocircuito figlio del politicamente corretto. “Occorre resistere a questa deriva evidentemente orientata dalla doppia morale giustificazionista di sinistra, che in nome di un interessato buonismo nei confronti di alcune minoranze, arriva a mettere in discussione addirittura i diritti umani e civili”, conclude la parlamentare.

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