Patrimoniale, scontro tv sulla fissa della sinistra. Porro zittisce la Fusani: non serve a una ceppa, ti dico perché (video)
«Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano», cantava Venditi in uno dei suoi più celebri successi. Una verità messa in musica, che la sinistra e i suoi cantori – più o meno accreditati – rilanciano a piè sospinto in modo che, gira che ti rigira, si vada sempre a finire lì: la patrimoniale che la sinistra tanto ama e evoca ogni volta che può… Mascherata o meno, rilanciata a suon di slogan dai novelli Robin Hood rivisitati e auto-abilitati in nome di un falso buonismo “politicamente corretto”. O rivendicata tra le righe, magari affidata ad annunci di capi di partito o delegata agli slogan di “coloni” prestati alle campagne tv.
Scontro in tv tra Fusani e Porro sulla patrimoniale
E allora eccoci a ieri, quando con un volo pindarico che solo la fiction televisiva può in qualche modo agevolare, che il successo di Jean-Luc Mélenchon al secondo turno in Francia insiste a tirare fuori il peggio della sinistra italiana, tornata ad invocare la “grande ammucchiata” in stile francese e anche la patrimoniale. In prima fila sulla barricata Elly Schlein e Angelo Bonelli, barricaderi sempre solerti a spacciare la solita cantilena: “punire” i ricchi e defraudarli per risarcire i meno abbienti: una balla che, sosterrà a suon di argomentazioni Nicola Porro asfaltando la giornalista Claudia Fusani all’apice del suo fulgore pseudo-rivendicazionista di matrice dem, «non serve a una ceppa». Vediamo come e perché (sotto il video dello scontro tv dall’account Facebook di Rete 4).
Per la giornalista ben venga la patrimoniale ventilata dalla Schlein
Dunque, nello studio di Rete 4, per una volta non capitanato da giornalisti apertamente schierati a sinistra, si torna a evocare lo spettro della patrimoniale. Tra gli ospiti, rigorosamente scelti secondo una scaletta bipartisan, nella puntata di mercoledì 10 luglio figura Claudia Fusani, giornalista molto vicina alle posizioni dem. E, ovviamente, l’agguerrita cronista politica non manca di schierarsi sulle posizioni del Nazareno, e di confermarsi – come scrive Libero tra gli altri – «del tutto d’accordo con quanto proposto dalla Schlein». E allora, secondo la giornalista ormai ospite fissa dei salotti tv, “ben venga” la patrimoniale. «Perché chi ha di più deve dare di più». Pur ammettendo la stessa Fusani, a stretto giro, che «abbiamo un sistema fiscale progressivo» e che la vera sfida sarebbe «combattere l’evasione fiscale».
Patrimoniale, Porro asfalta la Fusani con numeri e logica politica
Ma allora, verrebbe da dire come qualcuno avrebbe fatto in altri tempi, la patrimoniale «che c’azzecca?». Nulla o giù di lì, infatti. Ed è Nicola Porro, vicedirettore del Giornale e anfitrione di Quarta Repubblica, sempre su Rete 4, a sottolinearglielo. E che, rispedendo al mittente quanto rilanciato dalla Fusani sull’onda di quando sostenuto dalla segretaria Pd, replica senza troppi giri di parole (e richiami a favole favolette): «La Schlein ha detto una stupidaggine, perché la tassazione già oggi è più che proporzionale, come ha detto Fusani», premette intanto il giornalista. Poi assesta l’affondo: «Oggi in Italia chi ha di più non paga di più solo proporzionalmente ma anche progressivamente», aggiunge Porro.
«Questa patrimoniale non serve a una ceppa e non porterebbe un euro»…
Quindi, non pago, e visibilmente sollecitato sul tema, Porro spiega chi potrebbe essere colpito dalla patrimoniale ventilata dal Pd: «Le statistiche dicono che solo il 5% degli italiani ha un reddito sopra il 55mila euro». Come a dire, quanto il conduttore di Quarta Repubblica aggiunge subito dopo: «I ricchi ricchi sono pochissimi». Motivo per cui, sottolinea con tanto di evidenziatore logico e conseguenziale il giornalista: «Questa patrimoniale non serve a una ceppa e non porterebbe un euro, porterebbe soltanto a dare uno schiaffo in faccia ai ricchi. A meno che la patrimoniale ipotizzata dalla Schlein non voglia considerare nella ricchezza degli italiani anche la casa, e allora lì siamo fott***», conclude inquietantemente Nicola Porro, aprendo un file che né alla Schlein, né alla Fusani, converrebbe toccare…
«A meno che non si tocchi la casa… e allora lì siamo fott***i»
Per la giornalista dalle posizioni in sintonia con la galassia dem sembra mettersi male. Tanto più che Porro spiega come il discorso sia «surreale». E proprio su queste note si chiude lo scontro che vede l’agguerrita giornalista uscire dal ring mediatico metaforicamente claudicante e balbuziente: perché numeri e fatti non possono esseri smentiti con slogan e facile propaganda d’antan. E lo scontro con Porro lo conferma una volta di più. Alla prossima occasione allora: che, siamo certi, non mancherà…