La Francia al voto: o Bardella o il caos. Il “governo ammucchiata” spaventa mercati e imprese

7 Lug 2024 9:10 - di Viola Longo
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Non la vittoria della destra, ma l’instabilità politica che si produrrebbe in caso non vincesse. Mentre in Francia si celebra il voto per un secondo turno storico, mercati e imprese confermano che la loro preoccupazione è tutta nell’incertezza del risultato delle urne, sul quale il “cordone sanitario” anti Jordan Bardella e Rassemblement National pesa come un’ipoteca.

La Francia al voto: o Bardella o il caos dell’ammucchiata

Alla luce delle desistenze messe in campo da macronisti e melenchonisti, gli ultimi sondaggi tendono a escludere la possibilità che il voto assegni una maggioranza assoluta al Rassemblement National e ai suoi alleati. Jordan Bardella potrebbe comunque riuscire ad aggregare una maggioranza all’Assemblea nazionale con i gollisti tale da dare stabilità al Paese. Di contro, se questo non avvenisse, la Francia si ritroverebbe catapultata in uno scenario poco auspicabile: in campo ci sono varie ipotesi di governo alternativo, ma tutte accomunate dal tratto dell’ammucchiata, il cui unico vero collante è il no alla destra. E, dunque, destinate a continue turbolenze.

L’analista: “Macron felice del cordone sanitario, ma partiti che si accapigliano porteranno alla crisi”

“Macron potrebbe essere felice che un ‘cordone sanitario’ contro la destra estrema abbia bloccato la strada di Le Pen verso il potere. Tuttavia, si tratterà di una vittoria piuttosto vuota e, mentre gli investitori guardano al voto presidenziale del 2027, Le Pen e il suo partito sembrano uscire rafforzati da questa campagna”, ha spiegato in un report Mark Dowding, Fixed Income Cio, Rbc BlueBay Am. “Un governo paralizzato, con i partiti che si accapigliano in una coalizione non certo virtuosa, è probabile che non serva a nulla per il sostegno dei partiti in carica. Ciò potrebbe facilmente portare a rapide defezioni e a un’amministrazione in crisi. In tal caso, Macron verrà incolpato della petulante decisione di indire le elezioni che ha portato alla paralisi politica”, ha detto ancora l’analista.

I timori di mercati e imprese: “In caso di instabilità, la Francia sarà meno attraente per gli investitori”

“Il rischio di un’instabilità forte all’esito del secondo turno delle elezioni legislative genera sia preoccupazione che un atteggiamento attendista da parte degli investitori francesi come esteri”, si legge su Le Monde“Siamo in una situazione di ‘Wait and see'”, ha spiegato Pascal Cagni, dirigente del fondo di investimento C4 Industries. “L’instabilità politica può perturbare il finanziamento e la continuità delle attività, rendendo la Francia meno attraente. Gli investitori preferiscono le condizioni prevedibili e stabili”, ha osservato Antoine Moyroud, partner a Lightspeed Venture Partners, parlando con il quotidiano francese. La preoccupazione per l’instabilità è condivisa anche dalle pmi francesi. Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano economico Les Echos il 27 giugno il 35% dei 1.066 dirigenti delle pmi e delle piccole aziende considera la stabilità politica come prioritaria e il 47% teme un calo dell’attività nei prossimi mesi.

I 501 seggi in ballo: 409 duelli e un triangolare ogni cinque collegi

In totale sono 501 i seggi ancora da decidere tramite il ballottaggio, mentre settantasei deputati sono già stati eletti tra cui 39 rappresentanti del Rn e dei suoi alleati. Sono invece 224 i candidati che si sono ritirati dopo essere arrivati terzo, 130 del Nouveau Front populaire (Nfp) di sinistra e 82 del partito Ensemble del presidente francese Emmanuel Macron, con l’obiettivo di cercare di impedire la vittoria del Rassemblement National. Quasi un quinto saranno sfide a tre, i cosiddetti triangolari, mentre ben 409 seggi saranno decisi in una sfida uno contro uno. Conti alla mano, al primo turno un elettore su tre ha votato per Rn alleato con i repubblicani. Al secondo posto, al 28%, si è collocata l’alleanza di sinistra Nfp. Al terzo posto gli alleati di Macron con il 21% dei voti. Ma il sistema elettorale francese distribuisce i 577 deputati in collegi uninominali, per cui le percentuali di voti non si traducono necessariamente in un numero equivalente di seggi in termini proporzionali. Giocando su questo meccanismo il fronte anti Rassemblement National ha puntato a ricreare, anche in queste elezioni, un “cordone sanitario” contro la destra.

I passaggi “tecnici” dopo il voto

L’avvio della nuova legislatura è previsto per il 18 luglio, giorno in cui si svolgerà la prima sessione plenaria della nuova Assemblea e sarà eletto, a scrutinio segreto, il nuovo presidente del Parlamento. Lo stesso giorno dovranno essere presentate le dichiarazioni politiche dei gruppi, la loro composizione e il nome del loro presidente. Sabato 20 luglio le commissioni si riuniranno per la prima volta ed eleggeranno i propri presidenti. I lavori proseguiranno per ”un periodo di 15 giorni” dalla costituzione dell’Assemblea nazionale, come prevede l’articolo 12 della Costituzione. Si tratterebbe quindi di un cambio di programma rispetto a quello che prevedeva la sospensione dei lavori parlamentari il 12 luglio in vista dei Giochi Olimpici di Parigi, che inizieranno il 26. Se la destra non avrà la maggioranza assoluta, la Camera dovrà trovare nuovi equilibri. Macron ha chiarito che, al di là dell’esito del voto, non si dimetterà e inizierà quindi un periodo di “coabitazione” che durerà almeno un anno insieme a un governo di coalizione, nel migliore dei casi. La Costituzione francese stabilisce, all’articolo 12, che non ci possa essere un nuovo scioglimento del Parlamento in un anno e l’Eliseo ha chiarito che Macron non intende ricorrere all’articolo 16 che prevede l’assunzione di poteri eccezionali per evitare un vuoto di potere.

 

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