Il caso di Giacomo Passeri, lo spacciatore detenuto in Egitto che la sinistra vorrebbe liberare

13 Lug 2024 13:30 - di Diego Corti
Giacomo Passeri

Il caso di Giacomo Passeri, l’italiano detenuto in Egitto, agita la sinistra. Il Pd e Avs vorrebbero la liberazione del trentunenne  e sparano a zero con il ministro Tajani. Giacomo Passeri non è in carcere per reati di opinione, come era successo a Zaki,  liberato grazie al lavoro diplomatico di Giorgia Meloni, ma perché accusato di spaccio di stupefacenti.

Non una canna ma 60 0vuli di droga in pancia

“Una piccola quantità di marijuana per uso personale”, sostiene Laura Boldrini relativamente al possesso di droga del ragazzo italiano detenuto a Il Cairo, ma è una bugia . Luigi Giacomo Passeri, 31 anni, originario della Sierra Leone, arrivato a Pescara nel ’97 e residente a Londra, è accusato di detenzione e traffico internazionale di stupefacenti. Altro che una canna, come scrive Libero: stando all’accusa sarebbe stato trovato con quattro tipi diversi di droga: poco dopo l’arresto, il 23 agosto 2023 in un hotel di Sharm el-Sheik, i medici avrebbero scoperto che in pancia aveva 60 ovuli di stupefacente. Finito in manette si sarebbe sentito male, quindi il trasporto d’urgenza in ospedale per un’operazione di appendicite, ma durante l’intervento il chirurgo avrebbero capito che i dolori erano dovuti a ben altro.

Il curriculum di Passeri

Passeri a Londra faceva il pizzaiolo e l’intrattenitore. È il più piccolo di cinque fratelli, tutti nati in Africa, a Freetown, dove il padre, ingegnere di Pescara, si era trasferito per lavoro. Nel casellario giudiziale del 31enne ci sono una condanna per lesioni personali (reato commesso nel 2014), 9 mesi di reclusione (pena sospesa); e resistenza a pubblico ufficiale (2015), condanna a 6 mesi di carcere e anche in questo caso ha goduto della condizionale.
Passeri non avrebbe contatti con la famiglia dal 28 agosto dell’anno scorso.

Boldrini attacca Tajani: “Farnesina scorretta”

I deputati della commissione Esteri del Pd oggi rincarano la dose contro il ministro Tajani, affermando che, “La Farnesina non ha ancora fornito dettagli utili nelle sedi parlamentari e oggi apprendiamo dal quotidiano Libero informazioni precise sulle ragioni dell’arresto di cui non eravamo a conoscenza e che possono provenire solo da fonti della Farnesina. Se questo fosse confermato, ci troveremmo di fronte a una grave violazione delle prerogative del Parlamento e di una deputata che ha legittimamente chiesto al governo di fare chiarezza sulle condizioni e sui diritti di un nostro connazionale detenuto all’estero, peraltro in un paese come l’Egitto non nuovo a gravi violazioni dei diritti umani, come dimostra il caso Regeni”, dicono gli esponenti dem riferendosi all’interrogazione di Laura Boldrini.

Se sessanta ovuli in pancia non sono niente

Tutti auspichiamo che Passeri possa essere estradato ma pensare che avere sessanta dosi di droga in pancia non sia niente è un altro errore fondamentale. Il solito refrain della sinistra che confonde la libertà con un antiproibizionismo peraltro posto male. Andare in un Paese arabo(luoghi musulmani che in Italia la sinistra idolatra) con della droga in tasca(o in pancia) porta a delle conseguenze. Che ora Passeri diventi una nuova icona della sinistra fa un pò ridere.

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