Aree protette, l’Italia si prepara a rinnovare le norme: le proposte di riforma
L’Italia si prepara a rinnovare la normativa che regola le sue aree protette: un patrimonio straordinario di biodiversità che ogni anno attrae più visitatori delle celebri città d’arte. In questo contesto, sono attualmente in discussione in Senato alcune proposte di legge che mirano a riformare la legge quadro 394/1991. Questa legge, pionieristica negli anni Novanta, ha gettato le basi per la tutela della biodiversità nel nostro Paese, ma necessita ora di un aggiornamento per affrontare le sfide contemporanee.
Le Proposte di Riforma in Senato
L’8ª Commissione Ambiente del Senato ha iniziato l’esame di due proposte di legge di iniziativa parlamentare. La prima, presentata dal senatore Gianni Rosa, propone una riforma organica della governance delle aree protette. La seconda, del senatore Massimiliano Romeo, si concentra sulla disciplina dei parchi regionali. Entrambe le proposte seguiranno iter parlamentari distinti, ma condividono l’obiettivo di modernizzare il quadro normativo vigente.
Le Motivazioni della Riforma
Due sono i principali fattori che rendono necessaria questa revisione. Innanzitutto, la recente riforma costituzionale in chiave ambientale. Con la legge costituzionale 11 febbraio 2022 n. 1, il Parlamento ha introdotto tra i principi fondamentali della Repubblica, all’articolo 9 della Costituzione, la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. Questo aggiornamento sottolinea l’importanza di allineare le normative nazionali con i nuovi principi costituzionali. In secondo luogo, la Strategia europea sulla biodiversità per il 2030, adottata dalla Commissione europea nel maggio 2020, rappresenta una tassello fondamentale del Green Deal europeo. La strategia evidenzia che l’attuale rete di aree protette non è sufficientemente estesa per garantire la salvaguardia della biodiversità e propone di proteggere almeno il 30% della superficie terrestre e marina dell’UE entro il 2030.
Le Nuove Sfide per le Aree Protette
Le aree protette italiane, veri e propri “hub” di biodiversità, devono far fronte a nuove minacce. Tra queste, il cambiamento climatico e la pressione antropica, l’inquinamento, il consumo di suolo, le specie aliene invasive e con le sfide connesse alla gestione dei fondi assegnati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il PNRR ha destinato 100 milioni di euro per la digitalizzazione dei parchi, con l’obiettivo di migliorare il monitoraggio degli habitat e delle specie, offrire servizi di alto livello ai visitatori e semplificare le procedure amministrative per i residenti. In conclusione, le proposte di riforma attualmente in discussione rappresentano un passo fondamentale per aggiornare la normativa sulle aree protette in Italia, in linea con i nuovi principi costituzionali e le strategie europee. L’impegno del Parlamento e del governo sarà cruciale per garantire una gestione efficace e sostenibile di questi preziosi patrimoni naturali, tutelando la biodiversità e gli ecosistemi per le future generazioni.