Ue, Tajani: “Nel Ppe tutti sanno che non si può escludere l’Italia, guai a non dialogare con l’Ecr”

27 Giu 2024 15:21 - di Eugenio Battisti

“Tutti hanno compreso bene che non si può fare qualcosa senza tenere conto dell’Italia”, così Antonio Tajani a Bruxelles poco prima dell’avvio dei lavori del Consiglio europeo (poco dopo l’arrivo della premier Meloni all’Europa Building che non ha rilasciato dichiarazioni). Occhi puntati sulla cena dei leader per la nomina dei top jobs che imprimeranno l’avvio della nuova legislatura europea, decisi a tavolino dai negoziatori del Ppe, socialisti e liberali di Renew. Il vicepremier e ministro degli Esteri giudica un errore aver presentato la triade delle cariche apicali senza interloquire con i Paesi. E mette in guardia chi vorrebbe isolare il partito dei conservatori e riformisti guidato da Meloni.

Ue, Tajani: attenti a escludere i conservatori

Dall’Italia, insomma, non si può prescindere. “Lo stesso Manfred Weber ha ricordato le parole del presidente Sergio Mattarella. Non è questione di Meloni persona, è questione dell’Italia”. Così Tajani, che riferisce alla stampa le sue parola al prevertice del Ppe. “Ho detto attenzione ad escludere i Conservatori da qualsiasi forma di dialogo, perché significa far sì che vadano a parlare con la Le Pen. Se vogliamo avere una forza di destra moderata che sia diversa dall’estrema destra, dobbiamo essere noi gli interlocutori“.

Il Ppe deve avere due interlocutori, a destra e sinistra

Insomma – prosegue il ministro degli Esteri – il Ppe deve avere due interlocutori, uno a destra e uno a sinistra, se vogliamo dare stabilità alle istituzioni. Non sono neanche d’accordo a mettere tutto nelle mani dei Socialisti e dei Liberali, che hanno perso le elezioni”, conclude. Meloni, all’indomani delle comunicazioni al Parlamento (dove ha chiaramente detto che non accetterà la logica del caminetto ma il verdetto delle urne), arriva a carte coperte e nessuno sa come si chiuderà la partita. Potrebbe astenersi, come fece la Merkel cinque anni fa nei confronti di von der Leyen, ma potrebbe anche votare no contro il pacchetto di nomine già confezionato dalle tre famiglie politiche che compongono la maggioranza, come fecero l’ungherese Orbán e il britannico Cameron nel 2014.

Un errore non interloquire con i Paesi

“Credo che il premier greco Kyriakos Mitsotakis (uno dei negoziatori del Ppe per le cariche apicali Ue) abbia parlato con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Molti di quelli che sono intervenuti oggi hanno parlato. Giustamente c’è stata una reazione quando è stata presentata una proposta senza interloquire con i Paesi. È stato un errore”.

“Se Costa resta fino alla fine anche Metsola”

Poi manda un chiaro avvertimento ai socialisti. “Se Costa vuole rimanere” presidente del Consiglio europeo fino alla fine della legislatura, allora Roberta Metsola deve rimanere presidente del Parlamento Europeo fino alla fine”, precisa Tajani. “Mi auguro che i Socialisti non si comportino come nel 2017: pacta sunt servanda”.

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