Tajani prudente su Ursula: “Lei presidente? E’ solo una proposta”. Draghi è da escludere: “Nessuno lo ha candidato”
Antonio Tajani, come tutti i leader di partito, è molto impegnato in vista del voto di sabato e domenica sull’Europa. E oggi ha tracciato, in varie interviste, un quadro che fa capire meglio sia le sue aspirazioni sia quella che sarà la strategia di Forza Italia dopo le urne. Intanto, spiega in una intervista a La Stampa, il Ppe non sarà troppo rigido sul nome di Ursula von der Leyen. “Il piano A è che deve essere un presidente di Commissione del Partito popolare europeo – spiega – Il congresso di Bucarest del Ppe ha votato lei come candidata. Ma di fatto è una proposta. L’altra volta il Ppe aveva indicato Weber, poi Macron e altri dissero che non andava bene e ci fu il tentativo di mettere Timmermans. Noi lo impedimmo e si arrivò, su proposta di Angela Merkel, alla candidatura von der Leyen. Siamo all’inizio di un percorso. Non so come andrà a finire”. Un percorso nel quale, com’è noto, è in ballo anche il nome dello stesso Tajani.
Mario Draghi non è stato candidato da nessuno, solo dai giornali
Che esclude dalla rosa dei candidati papabili Mario Draghi che, è la battuta, è il “candidato dei giornali”. “Draghi non è candidato a fare il presidente della Commissione europea, perché nessuno lo ha candidato. Io faccio il tifo per il candidato che sarà indicato dal Consiglio, che sarà sicuramente del Partito Popolare Europeo. Vedremo chi sarà, se sarà Ursula von der Leyen oppure sceglieranno un altro”.
L’Italia deve pretendere la vicepresidenza della Commissione
L’Italia – dice ancora Tajani a Coffee break – nella prossima Commissione europea, dovrebbe avere “sicuramente portafogli che possono portarci a difendere il nostro saper fare”. “Io penso – aggiunge – a quello che è oggi del commissario Breton, Industria e Mercato interno, ad esempio. Può essere la concorrenza, l’agricoltura, l’ambiente. E poi dobbiamo pretendere la vicepresidenza, perché oggi Gentiloni per responsabilità del governo che lo ha indicato, per la prima volta non è vicepresidente, è sotto un vicepresidente rigorista, l’amico Dombrovskis, che è del Partito popolare europeo ma con il quale, su temi economici, abbiamo qualche divergenza”, ha precisato Tajani. “Noi dobbiamo contare di più in Europa e tenere presente che più si conta dentro il Partito popolare europeo, più conta l’Italia”, perché il Ppe è quello che “darà le carte”.
“Il sovranismo è una visione superata”
Tajani non rinuncia- intervistato stavolta dal messaggero, a qualche puntura di spillo verso l’alleato leghista. Il sovranismo è “una visione ormai superata”. “Noi – spiega – dobbiamo aspirare a un’Europa cristiana e democratica, luogo di convivenza civile e di pace. Alcune cose che non vanno nella Ue ci sono. Però è la narrazione di un’Europa matrigna che non mi va bene. Anche dal punto di vista economico, l’Europa rappresenta una straordinaria opportunità. Grazie al mercato unico europeo, le nostre imprese fanno affari per circa 220 miliardi ogni anno”.