Suicidio assistito: per l’Avvocatura dello Stato deve restare reato. Entro luglio la sentenza della Consulta

19 Giu 2024 18:59 - di Giovanni Pasero

I giudici della Corte Costituzionale, si pronunceranno nelle prossime settimane, sul suicidio assistito, questione sulla quale oggi si è tenuta, a palazzo della Consulta, una seduta pubblica a cui hanno partecipato, oltre l’avvocatura dello Stato che si è costituita per il Governo, contro l’associazione Coscioni per il caso di Marco Cappato, Felicetta Maltese e Chiara Lalli, che accompagnarono un malato di sclerosi multipla, irreversibile, in una clinica del ‘suicidio’ in Svizzera. I tre sono accusati di istigazione al suicidio.

Netta la posizione dell’Avvocatura dello Stato che, in rappresentanza della presidenza del Consiglio, si è costituita davanti alla Corte costituzionale nel procedimento sulle questioni del fine vita e, in particolare, del requisito del “sostegno vitale”. Gli avvocati dello Stato Ruggero Di Martino e Gianna Maria De Socio hanno infatti ribadito un secco no all’ampliamento della non punibilità in materia di suicidio assistito: vanno piuttosto potenziate le cure palliative per i malati. Dalla relazione introduttiva svolta dai giudici relatori in apertura di udienza questa mattina, e’ emerso che l’Avvocatura dello Stato ritiene la questione, sollevata dal gip di Firenze, “inammissibile e infondata”.

Suicidio assistito: il caso del Dj Fabio

La sentenza del 2019 sul caso Dj Fabo – ha affermato l’Avvocatura dello Stato nel suo intervento in udienza – “e’ specificamente riferita a quel caso” e “non c’e’ spazio per individuare ulteriori ragioni che possano consentire l’esclusione della sanzione”. Con la pronuncia del 2019, secondo l’avvocato dello Stato Ruggero Di Martino, “la Corte ha ritenuto decisiva la circostanza del trattamento sanitario costituito dall’impiego di macchinari che sopperiscono ai deficit della persona”, e “tutto questo non e’ estensibile ad altre ipotesi – ha aggiunto – perche’ un allargamento equivarrebbe a una ‘liberalizzazione'”. Invece, ha concluso l’avvocato dello Stato, le “cure palliative sono uno strumento utile per eliminare le sofferenza, sono la soluzione piu’ giusta per venire incontro alle esigenze rappresentate

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