Separazione delle carriere cercasi, il caso Elia: in Cassazione trova l’ex pm che ordinò il suo arresto

12 Giu 2024 19:09 - di Eugenio Battisti

Separazione delle carriere cercasi. C’è un caso giudiziario seminascosto, per cui nessuno dei big dell’opposizione, che oggi si straccia le vesti contro la pericolosa riforma Nordio che decapiterebbe la Costituzione, fa crociate militanti. Parliamo della vicenda surreale che vede per protagonista-vittima Gabriele Elia, 40 anni ex assessore ai Servizi sociali di Cellino San Marco, condannato in primo e secondo appello a sei anni per corruzione, di mille euro, dopo un processo lumaca.

Giustizia, la vicenda surreale di Gabriele Elia

Il punto, anzi l’amara scoperta fatta di recente, è che si vedrà giudicato in Cassazione dai colleghi dell’ex pm che ordinò il suo arresto. Proprio così. Nel 2015 dopo un blitz degno di miglior causa (con tanto di elicottero e intervento dei cacciatori), Elia venne portato in carcere (tre giorni in isolamento, 25 dietro le sbarre), poi finì agli arresti domiciliari e iniziò il processo per presunte mazzette lungo quasi 10 anni. Elia ha sempre respinto le accuse mentre gli altri indagati patteggiavano. Adesso, dopo essere ricorso in Cassazione contro la condanna in Appello, vorrebbe un processo giusto. Un giudizio imparziale che probabilmente non avrà. Non può credere che possa ritrovarsi, come giudice della stessa Sezione che presiederà l’Udienza di Cassazione, il pm che ordinò il suo arresto, con tanto di blitz all’alba.

In Cassazione trova l’ex pm che ordinò il suo arresto

L’ex pm non è certo nel collegio giudicante ma lavora (e forse prende il caffè) tutti i giorni gomito a gomito con i colleghi che dovranno dire l’ultima parola sul suo processo e decidere sul carcere. Quei giudici potranno esprimere un giudizio libero, che vada contro l’impianto accusatorio del collega, un tempo pubblico ministero? Neanche a dire che i colleghi non si frequentino, basta vedere le foto che circolano sui social. “Trovo veramente inspiegabile – disse un anno fa Elia – che nel 2023, nel Paese di Beccaria, si debba subire e restare inermi davanti ad un giudice relatore di primo grado sui social network in pose plastiche ritratto in fotografie di feste private abbracciato con il Pm che mi ha accusato”.

Separazione delle carriere cercasi

Il punto dolente non è nel merito del procedimento per ipotetiche tangenti ( per cui non sono mai stati individuati atti, appalti dei lavori né tantomeno il fantomatico corruttore, che risulta ancora sconosciuto), ma nello spensierato passaggio di carriere, nel gioco delle porte girevoli che tanto piace all’Anm. La separazione, invece, è l’unico strumento che può garantire che un giudice sia veramente “terzo”. Con la riforma Nordio il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale.

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