Riforma della giustizia, Nordio: “Senza separazione delle carriere all’estero ci prendono per matti”
”Nessun disegno di legge, per definizione, è blindato, perché il Parlamento discuterà e deciderà in modo sovrano. Naturalmente l’impianto complessivo della riforma resterà solido. Le carriere saranno separate”. I una lunga intervista al ‘Giornale’ il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, esplicita punto per punto il valore della sua riforma che segna una svolta epocale.
Nordio: “Oggi i pubblici ministeri danno i voti ai giudici: una stravaganza”
”Oggi i pubblici ministeri, cioè gli accusatori, danno i voti ai giudici. Quando cerchiamo di spiegare questa stravaganza ai colleghi stranieri ci prendono per matti. All’ultimo G7 di Venezia, l’Attorney General americano e il Lord Chancellor britannico non mi capivano. Ho cominciato a dubitare del mio inglese. Poi ho compreso che non capivano il concetto: mi sono spiegato meglio, e sono rimasti agghiacciati”. Per Nordio il problema non sono le cene o i caffè tra pm e giudici. Ma ”è che se l’imputato sapesse che il suo accusatore condiziona la carriera del suo giudice non sarebbe sereno. E avrebbe ragione”.
Nordio: “Il sorteggio renderà ogni magistrato più libero”
Quanto alla scelta dell’elezione per sorteggio dei consiglieri del Csm, il ministro spiega che ”il sistema oggi vigente crea un vincolo più o meno clientelare tra elettore ed eletto. Mi piacerebbe che tutti i candidati al Csm giurassero sul loro onore che non hanno mai alzato la cornetta per chiedere i voti ai colleghi; magari parlando male degli altri. E che altrettanti magistrati giurassero, sul loro onore, di non aver mai chiesto favori a quelli che hanno votato e contribuito ad eleggere. Il sorteggio spezzerà questo sistema decrepito, e ogni magistrato sarà più libero”, spiega il ministro della giustizia.
“Le correnti rimarranno, ma nella loro funzione originaria”
Il sorteggio manderà in soffitta il sistema delle correnti? “No -risponde Nordio- le correnti rimarranno, ed è giusto che rimangano, ma nella loro funzione originaria: dare un contributo culturale di orientamenti diversi. Ma da tempo sono degenerate in una patologia “spartitoria” denunciata dagli stessi magistrati, e mai corretta. E’ quella che ha creato il sistema Palamara e che molti commentatori hanno definito un ‘verminaio’ o un ‘mercato delle vacche”’.
“Sciopero? Precettare i pm sarebbe un paradosso metafisico”
Molto duro il ministro sulla minaccia dello sciopero brandita dall’Anm: “Il dialogo con loro è sempre aperto. Ma quanto allo sciopero spero proprio che non lo decidano, per una ragion pura e una ragion pratica. La prima, che se la magistratura vuol esser il terzo potere dello Stato non può scioperare: sarebbe come se scioperasse il governo o il parlamento. Se invece intende allinearsi con gli altri legittimi strumenti di lotta sindacale si espone alla stessa disciplina: non ultima la precettazione. E che facciamo? Precettiamo i Pm?. Sarebbe un paradosso metafisico. Ma la ragion pratica è anche più importante: i cittadini non capirebbero che una categoria – a torto o a ragione ritenuta privilegiata, ben retribuita e senza responsabilità – scioperi contro una legge voluta da chi è stato democraticamente eletto”.