Rapporto Caritas 2024 sui poveri in Italia: 7 clochard su 10 sono maschi, immigrati e vivono al Nord
Caritas italiana ha diffuso il rapporto 2024 con il quale fotografa la povertà in Italia. Rispetto al 2022 si è registrato un incremento del 5,4% del numero di assistiti; una crescita che si attesta su valori più contenuti rispetto a un anno fa, segnale di una progressiva distensione rispetto alle tante emergenze susseguitesi dopo lo scoppio della pandemia.
Rapporto Caritas 2024: l’identikit dei poveri
Il confronto del numero di assistiti 2019-2023 segna un + 40,7%. Complessivamente cala l’incidenza delle persone straniere che si attesta al 57,0% (dal 59,6%), anche per il venir meno delle presenze ucraine nel nostro Paese. Nel 2023 si abbassa la quota dei nuovi ascolti che passa dal 45,3% al 41,0%. Si rafforzano invece le povertà intermittenti e croniche che riguardano in particolare quei nuclei che oscillano tra il ”dentro-fuori” la condizione di bisogno o che permangono da lungo tempo in condizione di vulnerabilità: una persona su quattro è infatti accompagnata da 5 anni e più.
Chi si rivolge alla Caritas? Si tratta di donne (51,5%) e uomini (48,5%), con un’età media che si attesta sui 47,2 anni (46 nel 2022). Alta l’incidenza delle persone con figli: due persone su tre (66,2%) dichiarano di essere genitori. Oltre i due terzi delle persone in povertà, secondo i dati dei Centri di ascolto Caritas consultati, hanno livelli di istruzione bassi o molto bassi (67,3%), condizione che si unisce a una cronica fragilità occupazionale, in termini di disoccupazione (48,1%) e di “lavoro povero” (23%). Non è dunque solo la mancanza di un lavoro che spinge a chiedere aiuto: di fatto quasi un beneficiario su quattro è un lavoratore povero.
Chi sono i senza fissa dimora
La Caritas ha anche tratteggiato il profilo sociale delle persone in grave disagio abitativo. Sono state intercettate prevalentemente nelle regioni del Nord (68,7%); uomini (71,6%); – di cittadinanza straniera (69,9%), provenienti per lo più da Marocco, Tunisia, Romania, Pakistan e Perù; per lo più celibi/nubili (47,2%); dichiara di essere genitore (il 46,5%); il 42,7% è senza tetto; l’età media si attesta a 43,8 anni; sono per lo più disoccupati (69,6%); il 13% ha un lavoro; il 43,3% ha un titolo di licenza media inferiore; il 4,9% possiede un diploma di laurea. Queste persone richiedono assistenza materiale ma anche tutela dei diritti, orientamento e lavoro.
Il rapporto completo dei dati Caritas (clicca qui)
La povertà oggi è ai massimi storici ed è un fenomeno strutturale del Paese. Le stime preliminari dell’Istat rilasciate lo scorso marzo, e riferite all’anno 2023, attestano che il 9,8% della popolazione, un residente su dieci, vive in uno stato di povertà assoluta. Complessivamente risultano in uno stato di povertà assoluta 5 milioni 752mila residenti, per un totale di oltre 2 milioni 234mila famiglie. In questo contesto, Caritas italiana, nel Report nazionale 2024 presentato a Roma certifica che nel 2023 nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati (complessivamente 3.124 dislocati in 206 diocesi di tutte le regioni italiane) le persone incontrate e supportate sono state 269.689. Quasi 270mila ”volti” che possono essere assimilati ad altrettanti nuclei, visto che la presa in carico risponde sempre ad esigenze di tipo familiare. Complessivamente si tratta di circa il 12% delle famiglie in stato di povertà assoluta.
Se 7 clochards su 10 sono immigrati maschi, la domanda a chi di dovere è la seguente : cosa ci stanno a fare ancora in Italia? Come mai non sono stati rimpatriati ? E’ mai possibile e tollerabile che l’ Italia sia il mondezzaio del mondo solo perchè la sinistra piagnucola e starnazza quando si tratta di immigrati?